Il fazzoletto di Fratel Gerardo
È il 1755.
Un giorno, poco prima di rientrare a Materdomini e morire, mentre si trovava ad Oliveto Citra per sottoporsi a cure mediche, Gerardo passa a salutare la famiglia Pirofalo. Nel congedarsi, Gerardo finge di dimenticare un suo fazzoletto su una sedia della casa. Accortasene, la bambina piccola di casa gli corre subito dietro nel tentativo di restituirgli il fazzoletto. «Gerardo, Gerardo!», urla, «hai dimenticato il tuo fazzoletto». Ma Gerardo non vuole riprenderlo indietro. «Tienilo, un giorno ti potrà servire», le risponde.
Alcuni anni dopo, quando quella bimba, cresciuta, si sposerà, finirà in ospedale per una grave complicanza durante il parto. Quasi in fin di vita la ragazza si ricorderà del fazzoletto di Gerardo, oramai morto, e chiederà di aprirlo e posarlo sulla sua pancia.
Non appena il tessuto verrà steso sul ventre della ragazza, prodigiosamente i dolori cesseranno e la donna partorirà un meraviglioso bambino.
Diffusasi la notizia di quel prodigio il fazzoletto verrà ridotto in fili e diviso tra la gente che custodirà il prezioso frammento di tessuto come reliquia.
Da allora il Santo sarà invocato dalle gestanti per il miglior esito della gravidanza.