Lettera a madre Maria Michela di S. Francesco
Missiva alla Madre Priora
Madre priora mia,
compatitemi, per amor di Gesù Cristo e di Maria Santissima, se subito non vi ho servita con mandarvi questo regolamento che VR. mi comandò, perché impiegato continuamente dalla solita mia pigrizia. Sia fatta la divina volontà; ed ora, se vi scrivo con fretta, compatitemi per carità. Primieramente la madre priora, che sta in luogo di Dio, ha da soddisfare il suo ufficio con somma rettitudine, se vuol compiacere il suo supremo Signore, che la tiene in suo luogo.
Sia piena d'infinita prudenza; ed in tutte le sue cose regolar si deve collo spirito di Gesù Cristo.
Esser deve piena di fine virtù e buoni esempi e non dare alle sue figlie un atomo di ammirazione. Esser deve un puro vaso ripieno di sante virtù, e che da esso escano le virtù tutte per così comunicarle alle sue figlie, acciò crescano tutte colle medesime virtù della madre.
Continuatamente mirar deve, chi è superiora, la sua bassezza, considerando che altro non può fare che male; che in quest'ufficio, in cui sta, ve l'ha posta Iddio per sua bontà, poiché vi stanno tante altre che potrebbero farlo e dargli maggior gusto; che perciò deve avvilirsi, considerando le sue imperfezioni e compatire i difetti delle altre.
Il suo ufficio deve disimpegnarlo tutta piena di amore di Dio e non abborrirlo come cosa che da Dio non se le fosse dato; e pensare che Iddio gliel'ha preparato ab aeterno. Perciò soddisfarlo deve con somma angelica perfezione e conformarsi in tutto al divino volere e stare in questo impiego, indifferentissima, senza attaccarvisi.
In cose che le portino confusione, cioè di non sapersi risolvere come regolarsi nella tale e tal cosa, consigliare si deve con persona illuminata da Dio. Conchiuso il caso, deve mettersi avanti gli occhi la gloria di Dio ed eseguirlo senza badare ad altro. E per Dio [ci] si deve mettere il sangue e la propria vita, perché è causa di Dio.
Per amore del medesimo Dio deve disprezzare, specialmente, la propria sua stima: come non l'avesse.
Solo deve mettersi in testa chi è superiora e dire: Dio mi vuole in questo stato e perciò debbo fare in tutto la volontà sua; debbo vigilare sopra di tutte; debbo servire a tutte; debbo consigliare ed ammaestrare tutte; debbo consolare tutte; e debbo soddisfare a tutte. Debbo dare sempre a tutte le cose migliori e servirmi sempre del peggio, acciò dia gusto a Dio. E finalmente debbo in tutto patire, per godere la santa imitazione del mio caro divino sposo Gesù Cristo.
Il pensiero della superiora ha da essere una continua ruota, che si raggira a pensare sopra i bisogni delle sue figlie. Tutte le ha da amare puramente in Dio, senza veruna distinzione. Ha da pensare che le sue figlie non possono cercare ciò che bisogna, se non ce lo dà la santa obbedienza. Perciò non deve pensar niente sopra di sé, ma tutto il pensiero ha da essere sopra le sue figlie. Quando le viene dato cibo, abito od altra cosa, non se la deve pigliare, se prima non ha contentato le altre.
Deve dare confidenza a tutte, maggiormente quando vede che alcuna non ha con essa tutta la confidenza. Allora deve usare tutta la forza e tutta la prudenza per guadagnarsi il cuore, dimostrandole buona ciera, ancorché non se lo sentisse internamente. E deve farsi tutta la forza per vincere se stessa, per amore di Dio. Se non fa così, con dimostrarle familiarità di madre, di certo accresce il disturbo di sua figlia; e quella, vedendosi avvilita, si può dare alla disperazione o almeno non si avanza nell'amore di Dio, perché continuamente vi sta nel cuore quella radice. Ed in questo ci stanno soggette le donne.
Fortezza e dolcezza in essa si esige. Stando la priora in luogo di Dio, si deve fare ubbidire e deve castigare le disobbedienti, che non vogliono sentir la voce di Dio; ma castigarle con prudenza.
La correzione si comincia colla dolcezza. Con questo vi resta una certa tranquillità, che fa conoscere il suo errore. Per esempio, la correzione si deve fare di questa maniera: "Tu sei una indegna e la tua indegnità non si può da me più sopportare e da tante anime buone, che ti conoscono per tale. Dio mio, come voglio fare con quest'anima imperfetta. Figlia mia, non vedi che con il tuo mal'esempio sei causa di scandalizzare tante anime sante? Meglio sareste stata nel mondo e non esser venuta ad occupare questo luogo, ove ci sarebbe venuta un'altra, che ora si sarebbe fatta santa. Ti dico questo e te lo debbo dire, perché ti sono madre. Dio sa quanto ti amo e voglio bene e quanto desidero la tua santità. Figlia mia, risolviti di farti santa e prometti a Dio che ti vuoi levare queste tue imperfezioni. Fà così e vedi in che ti posso aiutare e vieni a me con confidenza di figlia".
Io sono di sentimento che, quando la correzione si fa di questa maniera, la figlia ricorre alla madre e la madre, dimostrandole confidenza, può disingannarla e farla camminare per la vera strada della perfezione. Si fa più bene con la dolcezza, quando ci vuole, che con l'asprezza. L'asprezza porta con sé disturbi, tentazioni, oscurità e pigrizia. La dolcezza porta pace e tranquillità ed animale figlie ad amare Dio. Se tutte le superiore facessero di questa maniera, tutte le suddite sarebbero sante. Perché si manca di prudenza, perciò vi sono tanti disturbi in alcune case religiose. Dove ci è disturbo vi sta il demonio, non ci è Dio.
NOTA E AUGURIO AL LETTORE
Questi pensieri tratti dai pochi scritti di San Gerardo, sono in sintesi la sua connotazione spirituale; si invita il lettore ad attingere direttamente alle sue lettere. In esse sono contenuti tesori inestimabili, che certamente saranno utili a quanti, nelle varie vicende della vita, sono soli privi di un amico che dia loro una buona parola, un consiglio da vero fratello.
Gesù, l'amore del Padre, calato nel cuore di San Gerardo, conceda una stima sempre maggiore per questo santo, tanto conosciuto, tanto invocato come taumaturgo, ma anche come luminoso consigliere e affettuoso compagno di vita.
La Vergine Immacolata, che nei nostri tempi ci elargisce doni di grazia, di miracoli, di conversioni, per intercessione di San Gerardo, che tanto La amava, sia quella tenera Madre di cui tutti abbiamo bisogno. "La grazia dello Spirito Santo riempia i cuori e sia nell'anima (di quanti leggono questi scritti) e Mamma Immacolata li conservi. Amen".
Caro amico lettore e devoto di san Gerardo ti auguro di avere:
un sincero amore per la verità,
un sorriso per tutte le gioie,
una lacrima per tutti i dolori,
una consolazione per tutte le miserie,
una preghiera per tutte le sventure,
un incoraggiamento per tutte le iniziative,
un godimento pieno per la riuscita degli altri,
una dedizione umile e generosa per i poveri,
un cuore accogliente per ogni solitudine,
un gesto di solidarietà per ogni sofferenza,
una parola di fede per ogni cuore in cerca di Dio.
Muro lucano, 16.7.1992
Festa della Madonna del Carmine
Nel giorno 25° di Sacerdozio