La decisione
Capitolo 8
E' una tranquilla domenica pomeriggio di metà marzo. Fuori il sole inizia a scaldare l'aria e la primavera a farsi sentire. Mi sono messa comoda sul divano con una tazza di tè, musica classica di sottofondo. Ho mandato marito e figlia a cinema. La domenica pomeriggio proiettano sempre un film d'animazione per bambini. In genere vado con loro. Cinema, poi due passi, cioccolata o gelato, dipende dalla stagione. Oggi no. Oggi sono rimasta a casa perchè ho bisogno di riflettere. Da una settimana ho un pensiero in mente che non mi abbandona e oggi voglio prendere una decisione.
La mia amica Veronica è a un bivio della sua vita. Questa cosa di non riuscire ad avere un figlio la sta mandando completamente fuori fase. Ha perso tutto l'entusiasmo e la gioia che trasmetteva alle persone. Si sta letteralmente spegnendo, e questo non lo voglio. Non se lo merita. Non lei, che ha sempre avuto una parola buona per tutti, un'attenzione, un sorriso. Non lei, che non si è mai tirata indietro in ogni situazione bella o brutta, per dare una mano, aiutare, consolare, consigliare o anche solo ascoltare. Non lei, che nonostante tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare non ha mai perso l'ottimismo e il buon umore. Ha perso la fede, quella sì. E qui nasce la difficoltà della decisione che devo prendere. Veronica non è credente, si definisce atea. Ritiene che gli uomini debbano cavarsela da soli, farcela con le loro forze. Non concepisce la possibilità di potersi affidare a qualcuno di invisibile, cui chiedere aiuto e sostegno. Non per forza Dio, ma anche solo la Provvidenza, le energie dell'Universo. Per lei sarebbe un salto nel vuoto, inutile e illusorio. Io invece penso che il mondo non finisca con tutto quello che si può vedere e toccare.
Penso che ci sia un Dio, che qualcuno può anche pensare come una forza o un'energia invisibile, un'entità che governa il mondo con leggi che non conosciamo, ma che hanno una loro logica. Un Dio che ci lascia liberi di scegliere, ma che ci ascolta e che può intervenire. Ovviamente non sono così ingenua da pensare che basti formulare una richiesta per vederla realizzarsi miracolosamente. Se fosse così non ci sarebbero tante sofferenze. Però penso che se avanzi una richiesta, con cuore sincero, una risposta arriva, magari non quella che ti aspetti, ma arriva. Veronica vorrebbe tanto un figlio. Io, negli anni, ho imparato a conoscere San Gerardo, protettore delle mamme e dei bambini. E' così conosciuto per questo motivo che al suo santuario, a Materdomini, hanno persino dedicato un'intera sala alla raccolta di foto e fiocchi-nascita donati in segno di ringraziamento: "La stanza dei fiocchi". Quella stanza dona un'emozione molto forte a chi vi entra. Ne ho parlato un paio di volte a Veronica perchè si affidasse a San Gerardo. Si è messa a ridere. Da buona atea non la sfiora nemmeno l'idea di poter affidarsi a qualcuno che, razionalmente, non conosce, non ha mai conosciuto e nemmeno potrà mai farlo di persona. Dal suo punto di vista è assurdo e irrazionale affidarsi a un defunto perchè si dice che faccia miracoli. Avvenimenti che lei sostiene possano essere sicuramente tutti spiegati logicamente e scientificamente. Sarà. In ogni caso su un punto devo darle ragione, se non crede, se non ha fede, è inutile che si rivolga ad un Santo. L'esigenza di una richiesta, di una preghiera, deve scaturire da un bisogno reale, sentito, urgente, che poggi su una fede, una fiducia sincera. Non credo sia particolarmente importante essere dei religiosi praticanti e assidui, l'importante è la sincerità del cuore, delle intenzioni. Io almeno la vedo così. So che Veronica è una bella persona, di buon cuore, che però ha perso la fede per via delle sue vicissitudini.
Ora il mio dilemma è questo: posso io, Paola, affidare Veronica a San Gerardo affinchè l'aiuti a diventare madre?
Mio marito mi ha presa in giro. Stando a lui mi faccio troppi problemi per dire una preghiera. Liquida la faccenda così. Per me la questione è molto più complessa. Innanzitutto mi si pongono queste domande:
1. Sarà presunzione da parte mia?
2. Perchè interferire in questa questione?
3. E' giusto interferire senza dirglielo?
4. Perchè non me la sento di dirglielo?
5. E' giusto pregare per chi dice di non credere?
Da un pò sto rimuginando su queste domande e oggi voglio prendere una decisione. Oggi decido se affidare o no Veronica a San Gerardo. Mi sono scritta le domande su un foglio, le ho numerate lasciando dello spazio tra una e l'altra per poter scrivere le risposte. Mi sembra di essere Veronica, sto affrontando la questione molto razionalmente, spero che questo mi aiuti a decidere.
1) Sono presuntuosa? Cosa mi assicura che io abbia ragione e lei torto? Forse sto sbagliando i termini della questione. Qui non si tratta di torto o ragione, non voglio imporre a Veronica una verità. Voglio darle una mano, fare quello che posso, dire una preghiera per lei, fare una richiesta perchè si avveri un suo desiderio. In questo non penso ci sia niente di male nè di presuntuoso.
2) Perchè interferire? La risposta è piuttosto semplice e ovvia, le voglio e bene e vorrei interferire per darle una mano. Le voglio bene e in questo modo cerco di ricambiare tutte le volte che lei ha fatto la differenza per me, con una parola, un consiglio, un sorriso.
3) E' giusto interferire senza dirglielo? Questo è un punto più spinoso. In linea teorica non si dovrebbe mai mentire, inoltre se una cosa è giusta e lecita non ci dovrebbe essere nessun motivo per nasconderla. D'altronde qui non si tratta di mentire, ma di non dire. E' vero che farei qualcosa che riguarda un'altra persona senza informarla, ma, a dirla tutta, non farei niente di concreto, nel senso che materialmente non produco nessun cambiamento tangibile. Le preghiere possono tranquillamente essere paragonate alle intenzioni che, si sa, non possono essere processate. Devo aggiungere che più di una volta le ho detto Dirò una preghiera per te, o Ti affiderò a San Gerardo. Lei si è sempre messa a ridire ma non mi ha mai detto di non farlo.
4) Perchè non glielo dico? Non mi sento di dirle questa mia intenzione per il suo atteggiamento di fronte alla fede e per non darle un ulteriore dolore. Non vorrei mai che in qualche modo si creasse illusioni che magari saranno di nuovo mortificate. Esserne in qualche modo io la causa mi farebbe star male.
5) E' giusto pregare per chi dice di non credere? Non so se sia giusto o no rivolgere una richiesta ad un Santo per chi non crede. Ma chi siamo noi per stabilire, in questo campo, cosa sia giusto e cosa no? E cosa vuol dire veramente credere? Nessuno sa cosa si nasconde nel cuore di un altro essere umano. Ma sa cosa c'è nel proprio. E io so che voglio bene a Veronica, che Veronica è una bella persona, che ha sofferto molto e che sarebbe una brava madre. So che non posso fare niente per lei, a parte starle vicino, esserle amica e affidarla a San Gerardo affinchè il suo desiderio di maternità si realizzi. Non posso dimostrare razionalmente e scientificamente che un Santo può aiutare e fare miracoli. E nemmeno lo devo dimostrare. Mi basta crederci. Male che vada non cambia niente, di sicuro non danneggio in nessun modo la mia amica.
Ho deciso, voglio affidare Veronica a San Gerardo.
Mi alzo, vado decisa in soggiorno, rovisto in un cassetto dove sono sicura di avere una foto di Veronica. Ci metto un pò, ma alla fine la trovo. E' particolarmente bella Veronica in quella foto, ha il sorriso luminoso, rassicurante, gioioso. Con la sua foto mi dirigo in camera, di fronte al quadretto di San Gerardo, mi inginocchio e poi, con parole che mi sgorgano dal cuore mi rivolgo al Santo: San Gerardo, tu che proteggi e aiuti mamme e bambini, ti prego di aiutare la mia amica Veronica a diventare madre. So che sarebbe una buona madre e che si merita questo dono. Ti prego, se puoi, dalle una mano. In cambio ti prometto che dirò ogni giorno un'Ave Maria affinchè questo desiderio si realizzi. Ti prometto anche che se mi ascolterai verrò di persona a Materdomini, nella stanza dei fiocchi, a ringraziarti. In ogni caso ti ringrazio fin d'ora perchè so che mi ascolti e se potrai farai il possibile.
Quindi recito un'Ave Maria, metto la foto nel cassetto del comodino vicino a un'immaginetta di San Gerardo e tiro un sospiro di sollievo, come se mi fossi tolta un peso. E' fatta, ora bisogna solo pregare, avere fede e non scoraggiarsi.
Quando marito e figlia rientrano sono distesa sul divano, sto sonnecchiando davanti a un telefilm poliziesco. Sara corre ad abbracciarmi, è stanca del pomeriggio passato fuori. Si sdraia anche lei sul divano e dopo cinque minuti si addormenta. Filippo si avvicina, mi guarda complice e chiede:
Fatto?
Fatto.
Ne ero sicuro. Comunque vada hai fatto bene. Non potevi rimanere con il pensiero che avresti potuto fare questa richiesta per la tua amica.
Già.