Nella stanza dei fiocchi
Capitolo 9
E' passato più di un anno da quella domenica pomeriggio in cui ho affidato Veronica a San Gerardo. Ne sono successe di cose. Ora sono in macchina con mio marito e i nostri figli. Sara e l'ultimo arrivato, Michele, un bellissimo bambino sempre sorridente. I bambini dormono, Filippo guida, io sono pensierosa, sto cercando le parole giuste per ringraziare San Gerardo.
Dopo quel pomeriggio, come promesso, gli ho rivolto ogni giorno una preghiera affinchè Veronica riuscisse a diventare madre. E le cose accadono, alle volte in modo diverso da quello che ci aspettiamo.
Veronica non è riuscita a rimanere incinta, non ha mai partorito fisicamente, ma è diventata ugualmente madre. A sua insputa Luigi si era informato sull'iter da seguire per le adozioni, aveva predisposto tutto, fatto domanda, fissato colloqui. Mancava solo una cosa, proporre questa scelta a sua moglie. Era terrorizzato all'idea di ricevere un rifiuto, ma doveva rischiare. Non era più possibile andare avanti così, Veronica si stava consumando e chiudendo sempre più in sè stessa. La stava perdendo e non riusciva a tollerarlo. L'amava troppo, doveva assolutamente fare qualcosa. Il giorno del suo compleanno era riuscito a fatica a portarla fuori a cena. Al momento del dolce le ha dato un pacchettino senza dire niente. Lei, che era stata malinconica e taciturna tutta la serata, l'aveva preso aspettandosi il solito regalino carino e perfettamente inutile. L'aveva rigirato un pò tra le mani, poi gli aveva chiesto cosa fosse. Il nostro futuro, era stata la risposta. Per la prima volta, da quando erano usciti di casa, aveva sorriso. Poi aveva scartato il pacchetto. Dentro c'erano due paia di calzini da neonato, uno rosa e uno azzurro. Li accompagnava un bigliettino:
Domani inizia la nostra gravidanza, prenderà il via alle ore
9.00 in Via Verdi presso lo studio della dottoressa Gerarda Bianchi.
Tra qualche mese sapremo quali calzini usare e la data presunta del parto.
Buon compleanno!
Luigi
Era rimasta senza parole. Completamente senza parole. Lui le parlava, le chiedeva come si sentisse, cosa le stava succedendo. Si stava allarmando. Lei non reagiva. Era sopraffatta dalla gioia. Sentiva che lui parlava, ma non riusciva a mettere a fuoco le parole. Era talmente concentrata su sè stessa, sulla sua sterilità, sulla sua incapacità di generare un figlio, che aveva completamente perso di vista gli altri. Suo marito, le amiche, la sorella, i tanti bambini bisognosi di una casa, di genitori, di amore. Era così presa dall'autocommiserazione da non accorgersi che aveva la soluzione a portata di mano. Tutto l'amore che aveva da dare non sarebbe rimasto chiuso a prendere polvere dentro di lei. Sarebbe diventata madre. Era talmente felice che non riusciva a reagire. Da troppo tempo non provava un'emozione positiva così forte. Finalmente, dopo qualche minuto di "apnea" si riprese. La voce di Luigi non era più un suono senza significato, tornò ad avere un senso. Era pallido e le stava chiedendo con insistenza come si sentisse, cosa le stesse succedendo. Gli sorrise. Non si rendeva ancora conto del miracolo che aveva compiuto, di quanto fosse stato importante quel gesto, quel regalo inaspettato, che le aveva aperto gli occhi e le avrebbe finalmente fatto riprendere l'equilibrio smarrito. Gli risponse Bene, anzi benissimo. Poi le lacrime scesero lungo le sue guance. Erano lacrime liberatorie, con le quali lasciava andare tutta l'angoscia e la frustrazione accumulate nell'ultimo periodo della sua vita. Gli sorrise e cercò di rassicurarlo Bene, benissimo... benissimo.
Da quella sera Veronica tornò piano piano a essere lei. Tornò a vivere. Tutti, amici, conoscenti e colleghi, se ne accorsero e ne furono felici. Era tornato il sole dopo un lungo, grigio, inverno. Qualche mese dopo arrivò Giorgio, un bellissimo neonato di 3 mesi che, purtroppo, era rimasto orfano. Veronica e Luigi l'accolsero con la gioia pura di un genitore che ha atteso trepidante l'arrivo del proprio figlio. Il mese successivo diedi alla luce il mio secondogenito, Michele. Durante tutto quel periodo non ho mai dimenticato di rivolgere una preghiera a San Gerardo per la mia amica Veronica. Non le ho mai raccontato di quella domenica in cui ho deciso di affidarla al Santo. Non l'ho mai ritenuto necessario, mi è bastato vedere come, giorno dopo giorno, la situazione della mia amica migliorasse. L'entusiasmo per la proposta del marito di adottare un bambino, l'attesa fiduciosa, la preparazione del corredino, della cameretta, senza sapere quando sarebbe arrivato suo figlio, ma con la certezza, propria del suo carattere ottimista, che sarebbe arrivato. La gioia di accogliere quella nuova vita che, nella sfortuna degli eventi, ha potuto contare su una famiglia. Veronica era tornata a emanare energia positiva e a contagiare gli altri. Si era anche "ammorbidita" su certi argomenti, non faceva più dell'ironia quando mi sentiva parlare di messa, battesimo o argomenti spirituali. Era diventata meno scettica, non si definiva credente, ma possibilista. Non era ben chiaro cosa significasse questa parola, probabilmente nemmeno a lei, però era positiva, lasciava una porta aperta.
Come ogni anno è arrivata l'estate e siamo partiti per Avellino dove trascorreremo le vacanze in famiglia. Ho deciso di approfittarne per fare un salto a Materdomini, ne avevo parlato anche a Veronica. Si può solo immaginare quanto sia rimasta sorpresa quando, un paio di giorni prima della partenza, l'ho vista consegnarmi una foto del piccolo Giorgio dicendomi Visto che vai da quelle parti puoi portarla a quel tuo amico dei bambini? Le ho sorriso, ho preso la foto Certamente.
Sorrido. Il viaggio in macchina è piacevole, il paesaggio è bellissimo con quelle colline verdi piene di pale eoliche che sembrano salutarci e accoglierci man mano che avanziamo. Arriviamo al santuario. I bambini si svegliano contenti di poter uscire dalla macchina, muoversi, giocare. C'è spensieratezza nell'aria e una leggera sensazione di vacanza, di festa. Promettiamo loro un gelato dopo una visita molto speciale, nella stanza di un grande uomo che vuole molto bene ai bambini.
Mi batte il cuore quando entro nella stanza dei fiocchi. Mi guardo intorno emozionata, poi mi dirigo verso l'immagine di San Gerardo. Apro la borsetta e prendo la foto di Giorgio, l'appoggio. Grazie San Gerardo.