L'ultimo periodo della vita del Santo
Capitolo 3
A Caposele presso Avellino si svolse l'ultimo periodo della vita del nostro S. Gerardo, e propriamente la Casa di Materdomini era destinata a divenire il luogo dei fasti più gloriosi e -dei trionfi più straordinarii, riguardanti la santità di Gerardo Maiella. Il buon monachello adunque dopol a breve permanenza a Napoli è chiamato a prestare la sua opera di fratello laico alla Comunità di Materdomini a Caposele. Qui è messo a far da portinaio, e chi l'avesse visto a dispensare ai poveri della borgata l'elemosina, solita a darsi da ogni Comunità religiosa, avrebbe appreso come si ama veramente il prossimo.
Egli meritamente fu chiamato il padre dei poveri, l'economo dei poverelli: nessuno di questi va via senza elemosina, ed anche quando era esaurito ciò che era destinato per i poveri, Gerardo non aveva difficoltà di metter mano a quello che serviva per la Comunità; ed il Signore premia la carità del buon frate! Gerardo con prodigi singolari. Infatti ora è la madia del pane, che vuotata completamente per i poveri, si rifornisce prodigiosamente di nuovo e di più abbondante pane, ora è la minestra, che aumenta a misura che vien distribuita ai poverelli, ora è il granaio sprovvisto che si ricolma di altro grano, insomma, a dir del P. Caione superiore di quella Casa, è il Signore che scherza con Gerardo. Però il nostro Santo non tralasciava, dispensando il pane materiale, di istruire nelle cose di Dio quei poverelli, e molte volte si son viste affollare tra i poveri altre persone, che bramavano di ascoltare le sue interessanti istruzioni, e non poche conversioni si ottennero in questo modo.
Un giorno mentre distribuiva la minestra ai poveri, chiese ad un cieco, immancabile a quell'ora della distribuzione, di modulare sul suo flauto la canzoncina di S. Alfonso: «Il tuo gusto e non 'il mio»; appena il cieco diè fiato al suo strumento e le prime note di questa melodia echeggiarono per la porteria del Convento, Gerardo andò in estasi tra lo stupore e la meraviglia dei presenti.
Intanto la salute di Gerardo diveniva sempre più malferma, e pur tuttavia egli non mancava a nessun ufficio a lui affidato. Cosi malandato in salute per ordine superiore torna a Napoli, accompagna i Padri missionarii a Calitri, e finalmente peggiorando sempre ritorna a Caposele, ove non potendo attendere ad altro, è messo a guardia di alcuni lavori di costruzione. Fa, nonostante la sua debolezza, altri picco1i viaggi per la questua e va a Senerchia, Oliveto, Contursi, ma non potendo più proseguire, perché sfinito di forze, rientra a Materdomini per non uscirne più. La febbre etica e frequenti emorragie lo consumavano rapidamente, fu fatto mettere a letto per ubbidienza, e temendosi, per il suo stato grave, la morte imminente, fu comunicato per Viatico, ma egli assicurò che non sarebbe morto ancora; infatti visse ancora un mese, e quando si credette prossimo a morire volle ricevere una seconda volta il Viatico, e dopo un'agonia dolce, come quella che precede la morte dei santi, la sua anima benedetta volò a Dio per ricevere la corona della gloria. Ciò avvenne nella notte del 15 Ottobre del 1755, nel1’ora già indicata da lui. In un baleno si sparse la nuova della sua morte perla contrada e raccolse il compianto profondo di quel popolo. Al giorno seguente fu un accorrere continuato di gente alla chiesa di Materdomini, per vedere l'ultima volta il santo fratello. Ognuno aveva una parola di lode per il giovane laico e tutti ne ricordavano le virtù ed i benefici ricevuti. Con la morte di Gerardo non cessarono i prodigi, anzi si aumentarono fino a formare la sua tomba come il centro dei favori più eletti. E fu proprio per il succedersi di grazie e miracoli, che i Superiori della Congregazione liguorina furono mossi a chiedere la glorificazione di Fratel Gerardo, e perciò con grande lena si diedero a raccogliere documenti, scritti, a fare investigazioni sulle sue virtù per compilare il processo canonico, e quando tutto questo lavoro, durato per varii anni, fu completo,fecero istanza al Pontefice Pio IX di s. m. di elevare agli onori dell'altare Gerardo Maiella, e Pio IX non seppe rispondere altrimenti alle vive premure dei Padri liguorini, alle istanze di molti vescovi nonchè di un popolo intero, che dichiarandolo Venerabile l'11 Settembre del 1847. In quest'occasione fu fatta la ricognizione canonica delle ossa, che ancora oggi si venerano nel Santuario di Materdomini, e si trasformò in oratorio la celletta del Santo. Dopo vari anni, nel 29 Gennaio del 1893 fu proclamato beato dal compianto Leone XIII; e finalmente l'attuale e felicemente regnante Papa Pio X lo canonizzò in un'apoteosi di gloria nella Basilica Vaticana l'11 Dicembre del 1904, mentre il mondo cattolico era in festa per il 50° anniversario della definizione dommatica dell'Immacolato Concepimento di Maria.