Cammino del Giovane in Ricerca
Capitolo II
Di cartelli così, in giro non se ne vedono molti... Sì, perché Dio non vuole affittarti o comprarti! Lui sta cercando di costruire una nuova casa, una nuova umanità con te! Gerardo Maiella, a questo invito ha risposto, e ha risposto alla grande! Altri tempi..., potresti dire, ma la grazia di Dio opera in ogni tempo e in ogni luogo perché l'Amore non passa mai di moda...
A.A.A. CERCASI. □ Cercare è uno dei primi approcci al mondo. Più che curiosità rivela un bisogno profondo di stabilire un legame intimo con qualcuno o qualcosa.
□ Un bimbo si guarda intorno per cercare la madre.
□ Il pellegrino smarrito cerca un'indicazione per ritrovare la strada.
□ Ciascuno di noi è alla ricerca di un senso da dare alla propria vita.
□ Gesù stesso, prima di chiamare i discepoli, li cerca. Non solo fisicamente.
□ Lui sa cercare nel loro cuore e trovarvi le ragioni di un loro sì; è stato capace di scavare in profondità e scorgere quella sete d'infinito che non sentiva ancora appagata.
□ In tutta la Sacra Scrittura, a partire da quel "Dove sei?", in Gn 3,9, Dio non fa che cercarci perché vuole conoscerci e amarci. Ha un progetto: per compierlo, ha bisogno di noi.
Gerardo Maiella non si fa cercare a lungo. Il suo sì è repentino quanto convinto; il suo progetto è quello di una vita interamente donata al Signore e agli altri, e in particolare ai bisognosi. Un'esistenza intrisa di fede. Così, infatti, scriveva nel Il Santo Giovane dei Giovani 25 1753: "Io son già risoluto a vivere e morire impastato di santa fede"1. Impastato!!! E noi? Quanto siamo disposti a metterci nelle mani di Dio per lasciarci sedurre e farci impastare? Madre Teresa di Calcutta scrive: "Sono giunta alla radicale convinzione che il male peggiore e la sofferenza più dura consistano nel sentirsi indesiderati, non amati, trascurati dagli altri, disprezzati, nel non essere niente - nel non significare niente - per nessuno. Da parte mia, mi sforzo di offrire ai poveri, per amore, ciò che i ricchi possono ottenere con il loro denaro. Io non toccherei mai un lebbroso, nemmeno per un miliardo di lire. Lo faccio invece volentieri per amore di Dio. Quando mi accorgo della noncuranza e del disconoscimento che regna attorno a noi a riguardo dei poveri, capisco meglio la tristezza di Cristo per non esser stato riconosciuto dai suoi. Coloro che oggi misconoscono e rifiutano i poveri, continuano a ignorare e a rifiutare Cristo. I poveri ci onorano, permettendoci di servirli." GIOVANE. Gesù cerca i giovani perché siano annunciatori del Suo messaggio e chiede loro la vita piena. Di fronte a tanta esigenza e nella paura di fare scelte troppo radicali, noi spesso rispondiamo come il profeta Geremia: "Signore mio Dio, come farò? Vedi che sono ancora troppo giovane per presentarmi a parlare". (Ger 1, 6) Lui, però, ha fiducia in noi e ci incoraggia: "Non preoccuparti se sei troppo giovane. Va' dove ti manderò e riferisci quel che ti ordinerò". (Ger 1, 7) Essere giovani è una grazia, una vocazione. Inoltre, è una responsabilità nei confronti della Chiesa e del mondo intero; tutti sono alla ricerca di una ventata di novità e di libertà. La santità non è solo di chi è già in Cielo, come San Gerardo; anche Egli è stato giovane... come te! Non immaginarlo come una statua con l'aureola, ma come uno di noi, come un ragazzo che ha cercato dentro di sé e ha trovato le risposte in Dio. Non aver paura. È importante quello che hai da dire. È fondamentale ciò che hai dentro. Se Gerardo avesse fatto finta di niente, non avrebbe seguito i missionari quella sera, non avrebbe inseguito la sua vera strada. E oggi, forse, non avrebbe neanche niente da dire a tantissimi giovani... che vogliono guar- dare lontano. Con Internet, oggi, basta un clic per sentirsi parte del villaggio globale e apprendere le notizie in tempo reale, ma l'Amore va oltre il virtuale. Vuole creare comunione. Guardare lontano è avere gli occhi e il cuore rivolti a tutto il mondo; è proiettarsi oltre i recinti dell'individualismo per abbracciare l'uomo nella sua totalità, con le sue ricchezze, i suoi problemi, i suoi richiami. Chi guarda lontano è sempre pronto a partire, e anche restando dov'è non perde mai di vista l'orizzonte, perché la voce di Dio ci spinge lontano, ci trascina via dal davanzale della nostra finestra. Anche per Gerardo la voce di Dio è irresistibile, tanto che non può fare a meno di andar via dalla sua casa e di separarsi da sua madre, nonostante il dolore del distacco. Lui corre in strada, inseguendo i missionari che non l'hanno preso con sé a Rionero in Vulture (PZ) perché sa guardare lontano. E la sua corsa dura finché la sua voce non è ascoltata. Corri, giovane, verso la tua Vita! Non stare fermo! Lo scrive anche Tagore in una sua poesia... "Finché sto fermo accumulerò tutta la zavorra della terra: nei miei occhi non ci sarà sonno: come un verme divorerò l'universo: nuovi dolori verranno ad accrescere il fardello: la vita. (...) Nel bagno del cammino mi purificherò, nella bevanda immortale del cammino una nuvola di giovinezza fiorirà in ogni istante.
io sono un camminatore, guarderò sempre avanti. O menzogna, perché mi chiami indietro ? Non resterò fermo in un angolo della casa amoreggiando segretamente con la morte. Mi cingerò il collo con la collana dell'eterna giovinezza ed in mano prenderò 10suo canestro di benvenuto. Getterò via la zavorra e le accumulate provviste. O mio animo, il cielo è pieno di canti della gioia del cammino. Sul tuo carro canta il poeta dell'universo, cantano il sole, la luna e le stelle.
" La "zavorra" è quel peso che tante volte ci portiamo dentro; è la paura, è l'indifferenza verso la parte più importante di noi stessi.
Sii camminatore: come san Gerardo, come tanti uomini e donne che non sono rimasti fermi "in un angolo della casa"... Non consumare i tuoi passi "sulle viottole nostre", come si esprime don Tonino Bello, vescovo di Molfetta (BA) dal cuore grande, profeta di pace, morto alcuni anni fa.
Lui pregava così: "Eccoci, Signore, davanti a Te. Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato. Ma se ci sentiamo sfiniti, non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto, o abbiamo coperto chi sa quali interminabili rettilinei. E perché, purtroppo, molti passi, li abbiamo consumati sulle viottole nostre, e non sulle tue: seguendo i tracciati involuti della nostra caparbietà faccendiera, e non le indicazioni della Tua Parola; confidando sulla riuscita delle nostre estenuanti manovre, e non sui moduli semplici dell'abbandono fiducioso in Te. (...)
Ad ogni modo, vogliamo ringraziarti ugualmente. Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto, ci aiuti a capire che senza di te non possiamo far nulla. Ci agitiamo soltanto."
Forse non è difficile riconoscersi in questo atteggiamento.
È facile lasciarsi distrarre dalla quotidianità; è comune seguire quello che ci dice la testa, senza dar troppo retta a ciò che Dio ci suggerisce nel cuore. Così, camminiamo con la speranza di arrivare da qualche parte, ma con la consapevolezza che non ci interessi granché.
E invece, noi siamo fatti per cose grandi, per camminare sulla strada maestra. Qual è il segreto di san Gerardo? Come ha fatto lui a non sprecare i suoi passi? Come ha fatto a non perdersi tra i mille viottoli della vita?
Egli è in costante dialogo con Dio; passa notti intere davanti al Santissimo Sacramento, in una comunione profonda. Ma neanche di giorno distoglieva lo sguardo da Lui. E il suo punto di forza: l'intimità speciale con il suo Signore! Hai mai provato a fare un mini test del tuo dialogo con Dio? Proviamoci!
1) Quando ti capita prevalentemente di pregare?
a. Prima di un compito in classe
b. Tutta la vita si fa preghiera!
c. La sera, prima di andare a dormire
2) Qual è la frase che dici più spesso a Dio?
a. "Aiutami, Signore!"
b. "Grazie, Signore!"
c. "Dove sei, Signore?"
3) Quando ti senti più buon cristiano?
a. Quando vai a messa la domenica
b. Quando la tua fede contagia tutto il tuo essere e ogni incontro
c. Quando fai tante domande su Dio
Hai risposto sinceramente alle domande del test?
Se sì; leggi i profili.
□ Maggioranza di risposte A:
Forse, hai confuso Dio con "l'ufficio richieste e lamentele". Ma la situazione non è critica, non ti preoccupare! Basterà correggere il tiro; dalla tua, hai il tuo essere ligio alle regole. Bisogna solo che tu ridia valore ad ogni gesto, cioè alla preghiera, alla partecipazione, all'Eucarestia. Impara da san Gerardo! Tra i propositi che si diede nella casa redentorista di Deliceto, c'è questo: "Avrò cura di essere minuto osservatore d'ogni cosa delle regole, di perseverare e crescere nel bene, di impegnarmi principalmente nell'unione con Dio."2
Ecco, vedi, il suo seguire i precetti non lo limita, perché è una conseguenza di amore. E il suo fine non è il suo bene, il suo interesse, ma il Bene: Dio stesso.
□ Maggioranza di risposte B: Complimenti! Sei sulla buona strada.. .Sei di quei giovani che hanno avuto la grazia di capire che la fede è un tutt'uno con la vita; che Dio non si separa dall'esistenza quotidiana. Anche san Gerardo pronuncia queste parole: "La fede mi è vita e la vita mi è fede". Infatti, secondo una testimonianza di Rosa Bisogno, questo grande santo "cercava di chiamare a Dio quanti peccatori poteva; e voleva che non fosse Dio offeso, ma glorificato"3. Ciò che ti muove e ti motiva - così come anche lui - è l'amore: ecco perché devi avere tanta voglia di far conoscere Gesù anche agli altri! Quando l'amore umano e l'Amore divino s'incontrano e si fondono in Gesù Cristo, si realizza una grande eccezionale storia d'amore. Un suggerimento: cerca di non agire da solo. Scopri l'importanza della comunità cristiana, sia per poter continuare a crescere in questo percorso, sia per dare più forza al tuo operato.
□ Maggioranza di risposte C: Sei in ricerca, e questo è un buon inizio! Non ti accontentare di ciò che hai ascoltato dagli altri, ma vuoi andare a fondo? Sei cosciente che Dio è qualcosa di infinitamente grande
2 Ciro Vitello, San Gerardo Maiella, p. 12
3 Summarium 11, 59
e non smettere di farti domande. Attenzione, però, a non cadere nella tentazione di oggi, a cui i giovani sono spesso orientati: restare distante da tutto, diventando o scettico o dogmatico o agnostico. La fede è complicata, ma non è scienza! Perciò cerca di viverla con la semplicità del cuore. Madre Teresa di Calcutta scrive: "Sono ben disposta a rinunciare alla vita ma non alla mia fede. Se per me non ci fosse altra alternativa che la persecuzione, e se tale è la via per la quale Cristo vuole venire tra i suoi, irradiando il suo amore per gli uomini mediante i miei atti, io non mancherei mai di offrirgli i miei servizi, ma non potrei mai rinunciare alla mia fede." Così leggiamo di Gerardo in un libro di Majorano e Marrazzo: "Dalle testimonianze rese per il suo processo di canonizzazione, Gerardo emerge come colui che non si stancava di penetrare sempre più il mistero di Dio. Era tutto preso da Lui. La sua scienza di Dio però era carica di sincera semplicità: non lo allontanava mai dagli umili, ma lo portava ad esprimere e vivere la verità del vangelo nelle forme e nelle parole che erano proprie del popolo" 4.
Pertanto, qualunque sia il profilo uscito, ricorda sempre che l'incontro con Dio è per ciascuno di noi in momenti diversi, difficile: si è sempre in cammino. Quando su questa strada, affascinante quanto faticosa, ti sentirai un po' impacciato, confuso, spaventato, prega così... PERDONAMI, SIGNORE... .. .per tutte le volte che ho camminato lungo la strada senza guar-darmi intorno, restando superficiale e indifferente di fronte al dolore dell'umanità, passando davanti al fratello sofferente e non riconoscendomi in Te; .. .per non aver riempito di senso la fatica dell'andare, per i passi sprecati, per aver lasciato dietro di me delle orme poco profonde: senza impegno, di testimonianza cristiana autentica, perché altri potessero seguirmi;
4 S. Majorano A. Marrazzo, Allegramente facendo la volontà di Dio, Materdomini, 2000, p. 29
per tutte le volte che, spinto dall7orgoglio e dalla presunzione della mia autosufficienza, ho voluto camminare da solo, senza cercare dei compagni di viaggio, e soprattutto, senza affidarmi alla tua guida;
.. .per non essere stato molto presente sulle strade del mondo, per essere stato troppo rinchiuso nella paura di coinvolgermi troppo; per ogni istante in cui non sono stato capace di annunciare il tuo messaggio di speranza, di gioia, di amore;
.. .per non aver fatto diventare la strada un luogo d'incontro e di condivisione con gli uomini, per non aver ancora raggiunto l'incrocio delle diversità e delle ricchezze umane, culturali e spirituali di tutti i popoli.
Ma camminare, lo sappiamo, non è così rilassante. Molti giovani si sentono in difficoltà, quasi a disagio, davanti a un bivio, e allora o si prende la prima strada che capita, oppure quella più semplice. Che peccato! Rinunciare alla propria strada, quella che porta il più vicino possibile al tuo essere, e per cosa? Per la paura di sbagliare, per non essere stato troppo attento, per non aver studiato bene il percorso. Ma soprattutto per non aver avuto abbastanza fiducia in me stesso e in chi da sempre ci guida, fin da quando siamo venuti al mondo.
Scrive Giovanni Paolo II: "Gesù è la sintesi viva e personale della perfetta libertà nella obbedienza totale alla volontà di Dio. La sua carne crocifissa è la piena rivelazione del vincolo indissolubile tra libertà e verità. La sua risoluzione risalta la libertà vissuta nella verità. Il riconoscimento onesto e aperto della verità è condizione di autentica libertà. La verità rende liberi davanti al potere e dà la forza del martirio. " Scegliere è una cosa impegnativa, ma è il dono più bello che possano farti, perché è libertà, in quanto ti viene data la possibilità di arrivare pian piano a scoprire quello che sei, perché tu possa decidere di amare, di essere presente in questo mondo nella maniera che più ti appartiene.
Pensi che san Gerardo non abbia avuto i suoi momenti di incertezza? Egli non è diventato santo perché è perfetto, ma perché ha cercato di realizzare la perfezione scegliendo come suo modello Cristo. A te piace tanto la musica. Prova a riconoscerti in questa canzone di Jovanotti:
La linea d'ombra. Già il titolo dice tanto e ti fa restare nell'atmosfera di un viaggio in un mare... periglioso. La linea d'ombra. La nebbia che io vedo a me davanti per la prima volta nella vita mi trovo a saper quello che lascio e non saper immaginare quello che trovo. Mi offrono un incarico di responsabilità: portare questa nave verso una rotta che nessuno sa.
Non si sa dove si va, cosa si sa. Che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto. E attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera: e ho paura di essere mangiato e ho paura pure di mangiare. Mi perdo nelle letture, i libri dello Zen ed il Vangelo, l'astrologia che mi racconta il cielo. Galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare, ma questa linea d'ombra non me lo fa incontrare. Mi offrono un incarico di responsabilità: non so cos'è il coraggio, se prendere o lasciare tutto, se scegliere la fuga, affrontare questa realtà difficile da interpretare, ma bella da esplorare, provare ad immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare, portato questo carico importante a destinazione: dove sarò al riparo dal prossimo monsone.
Mi offrono un incarico di responsabilità. Domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto per partire e getterò i bagagli in mare e studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte, quando si parte. E quando passerà il monsone dirò: questa è la rotta,, questa la direzione, questa la decisione.
E la TUA rotta? E la TUA direzione? La TUA decisione? Non restare fermo. Non esitare nell'anticamera del dubbio o rimanere a lungo schiavo di quella linea d'ombra che non ti fa incontrare e non ti fa dialogare con te stesso: muoviti e parti, cercando di sapere dove vai. San Gerardo lo sa bene!
Sul biglietto che lascia alla madre scrive due righe, ma piene di decisione, di determinazione, di lucidità: "Mamma, perdonami non pensare a me. Vado a farmi santo!"
Poche parole, infuocate di amore per la meta: intrise della risposta essenziale che sempre si era dato alla sua domanda di senso.
Colpevole del dolore che avrebbero arrecato, ma irre-versibile, necessario. Tra l'altro è scritto anche nel Vangelo: "chi ama suo padre o sua madre più di me non è degno di me". (Mt 11,37) Lascia la sua casa non per fuggire, ma per raggiungere la sua vera casa: quella dove la sua vocazione si sarebbe realizzata ed espressa totalmente. Arriva sempre, per ciascuno di noi un tempo per imboccare la propria strada che sia carica non solo di gioia e di autonomia, ma anche di sacrifici, di responsabilità, di scelte. E forse, per non dover arrivare a capire e a decidere questo, che non lasciamo la nostra casa?
Infatti, da un'indagine condotta da Mtv Lab e Baba Trend su mille giovani, tra i 14 e i 24 anni, è emerso che "non hanno grandi aspirazioni, non tratteggiano novità affascinanti per il futuro, come se fossero precocemente invecchiati. Non sono ansiosi di fare, non aspirano a diventare eroi. Ma restano a galla. Vanno avanti a piccoli passi in una società che giudicano ostile, che non li aiuta.
Sono ragazzi perbene che restano chiusi in un microcosmo senza pretendere troppo. Ragazzi che si accontentano. Ripiegati su se stessi, si rifiutano di pensare al domani. Rassicurati da una tana calda in cui tornare la sera,, da una famiglia complice, da un clan di amici che fa da spalla. Scelgono il guscio dentro e fuori casa: per sentirsi coperti, appoggiati costantemente rassicurati. Senza dover affrontare grossi problemi... " 5
Ovviamente, le statistiche sono sempre opinabili e non sarebbe giusto generalizzare, ma è un dato di fatto che molti giovani non prendono neanche in considerazione l'idea di lasciare la propria famiglia per costruirsene una propria. E qui non interessa solo, anche se è un grave problema, lo stato di precarietà dovuto alla mancanza di lavoro e al carovita. Giovane, non smettere mai di sognare! Sarebbe la morte del mondo, del futuro, dell'energia che soprattutto tu non sai trasmettere. Tanti nostri coetanei hanno lasciato il loro nido e hanno avuto il coraggio di volare, e di volare verso alte vette! Pensa a quanti hanno deciso di donarsi completamente a Dio, a quanti si sono spogliati delle pseudo-sicurezze materiali per abbracciare lo Spirito. Non è un mondo lontano quello di ragazzi e ragazze che scommettono la loro vita in nome dell'Amore: e qui non si parla unicamente di suore, preti, religiosi. Qui entrano in gioco anche tanti giovani che fanno della loro vita un servizio, i quali, oltre allo studio e al lavoro vivono anche nel volontariato, seguendo uno stile di pensiero e di comportamento. Tanti giovani, anche sposati, maturano la scelta di partire in missione, di andare verso i più poveri, di condividere con loro la fede... Tutte scelte radicali.
"Noi missionari siamo fatti così: il partire è una normalità, andare una necessità. Domani le strade saranno le nostre case; se saremo costretti ad ancorarci in una casa, la trasformeremo in una strada che conduce a Dio"6
5 L'Espresso, 29 luglio 2004
6 Padre Mario Borzaga, missionario Oblato di Maria Immacolata, morto martire nel Laos nel 1960 a 27 anni. I
Tanti, nella società attuale, dicono che non hanno fiducia in te, mentre ti usano, ti strumentalizzano. Non lasciare che sia così, non ti rassegnare al quadro che si sono fatto di te. Sai uscire dagli schemi, quando vuoi; fallo per le cose che hanno a che fare con una vita in grande! La tua originalità non si deve perdere nelle mode tutte uguali, nei modi di dire, nei linguaggi. Dio, invece, ti vuole come essere unico, irripetibile verso gli ideali della vita. L'umanità si aspetta qualcosa di bello da te, e anche Giovanni Paolo II, che sempre ha dimostrato la vicinanza ai giovani, non ha mai perso occasione, in particolare nelle varie Giornate Mondiali dei giovani, di incoraggiarli come in questo messaggio del 1996, ai numeri 6 e 8:
"A voi giovani, che naturalmente e istintivamente fate della voglia di vivere l'orizzonte dei vostri sogni e l'arcobaleno delle vostre speranze, chiedo di diventare profeti della vita. Siatelo con le parole e con i gesti, ribellandovi alla civiltà dell'egoismo che spesso considera la persona umana uno strumento anziché un fine, sacrificandone la dignità e i sentimenti in nome del mero profitto; fatelo aiutando concretamente chi ha bisogno di voi e che forse senza il vostro aiuto sarebbe tentato di rassegnarsi alla disperazione. La strada che Gesù vi indica non è comoda; assomiglia piuttosto ad un sentiero che si inerpica sulla montagna. Non vi perdete d'animo! Quanto più irta è la via, tanto più in fretta si sale verso orizzonti sempre più vasti. Vi guidi Maria, stella dell'evangelizzazione". Sì, Maria...
La Chiesa ce la presenta continuamente come una guida, un modello da imitare. Anche per Gerardo è così. Di lui si racconta che "durante la processione della statua dell'Immacolata, i suoi occhi erano puntati su di lei in un'espressione immobile ed estatica. All'improvviso, saltò sulla pedana del trono, si tolse l'anello dal dito e lo infilò al dito della Vergine esclamando ad alta voce: «Mi sono fidanzato alla Madonna!»" 7
7. Cfr. Umberto Della Gala, Racconti gerardini, Materdomini 1981, p. 51
Questa nostra Madre ha donato Gesù al mondo intero... Gerardo è un santo... Ma come si fa ad essere "santi del nuovo millennio"? Ecco alcune indicazioni in pillola: "Non vedremo sbocciare santi finché non ci saranno giovani che vibrino di fede e di dolore pensando all'ingiustizia sociale, al di là dell'angustia del proprio io, oltre le stupidaggini che vanno di moda'' (don Lorenzo Milani) "La santità non è un lusso per qualcuno, ma una necessità per tutti". (Madre Teresa di Calcutta) ''Non c'è che una sola tristezza al mondo, quella di non essere santi". (Leon Bloy) "A che vi servirebbe fabbricare la vita stessa, se avete perduto il senso della vita?" (Bernanos) "Hai dei dubbi sulla verità del Cristianesimo? Studia la vita di un santo. Vuoi vedere qualche cosa di bello? Guarda la vita di un santo. Vuoi diventare qualche cosa di bello? Cerca di diventare santo". "Non aspettate di avere più anni per avventurarvi sulla via della santità! La santità è sempre giovane, così come eterna è la giovinezza di Dio". (Giovanni Paolo II) Processione del Santo, Via "delle Ripe" percorsa da S. Gerardo fanciullo, diretto al Santuario di Capodigiano, per visitare la "bella Signora", la Madonna delle Grazie.