La vocazione
Capitolo XVI
Le prediche del P. Garzilli, durante la Novena dell’Assunta, entusiasmarono Gerardo fino all’esaltazione. Quel Missionario sapeva parlare della sua Madonna con tanto trasporto e fervore come non ne aveva mai sentiti … Lui non lo sapeva spiegare, ma quelle parole riuscivano anche a diradare ogni crepuscolo di dubbi sulla sua vita e si convinse che la Congregazione, a cui apparteneva il Missionario, era quella a cui Dio lo chiamava: aveva riconosciuto con giubilante lucidità, la sua voce, anche se il risultato del colloqui con il P. Garzilli, suggeritogli da Fr. Onofrio, era stato un garbato ma netto rifiuto di accettarlo, sempre per la ragione che neanche lui lo credeva idoneo alla vita di austerità e rinunzie della Congregazione.
Gerardo ne dedusse solo che doveva prepararsi meglio alla chiamata divina; allenarsi più intensamente con le penitenze e sacrifici.
L’anima alla ricerca del proprio ideale deve assaporare un lungo travaglio. Ne intravede i contorni sfumati, come dietro un interposto diaframma traslucido, sa che è lì, ma non riesce – e ne sente una tormentata angoscia – a metterlo a fuoco nella propria coscienza.
Questo travaglio può durare degli anni: nelle atmosfere infinite dello spirito il tempo non ha significato.
Ma quando finalmente, dopo tentativi esasperanti e deludenti, quel diaframma cade, senza saperne bene come avvenga, l’anima si trova con gioiosa sicurezza davanti a quello che ha sempre atteso e vi si àncora con irremovibile certezza. Il fulgore della ritrovata luce penetra nell’essere apportando intime rivelazioni di felicità.
Non sempre sono solo frasi convenzionali quelle degli innamorati, quando affermano di essersi conosciuti da sempre. Se poi dalla semplice indagine psicologica si passa alle sfere del soprannaturale, si può affermare che allora la grazia si armonizza con la natura nella scia della divina Provvidenza, che segna per ciascuno il sentiero per andare alla ricerca e alla conquista della felicità, attraverso il perfezionamento armonico della propria personalità.
Fu appunto in quella Novena dell’Assunta del 1748 che il nostro Gerardo fu sicuro di aver trovato la sua Vocazione, nonostante – anzi forse proprio per questo – le difficoltà iniziali. Da quel momento non ebbe più tentennamenti. Andrà d’ora in poi sicuro e fiducioso avanti: la sua Vocazione è decisa: sarà Fratello Laico nella Congregazione del SS. Redentore.
Comincia ora, nell’anima del nostro Santo il lavoro di cesellatura meravigliosa del bulino della Grazia, per la preparazione alla sua chiamata ufficiale in quell’Istituto, del quale doveva diventare la gloria più fulgida! Questo periodo di preparazione va dall’agosto 1748, fino al 17 maggio 1749, data della sua ammissione.