Presentazione
GIOVANNI LUCATO, Vescovo d'Isernia e Venafro.
Riesce sempre piacevole leggere gli scritti di D. Pilla, poichè il suo stile è fluido come l'acqua limpida di un ruscello, il quale gorgoglia e scorre tra le sponde fiorite, che rispecchia sul suo terso cristallo. Ricche di risorse, varie di argomento e dense di concetto, le sue pubblicazioni avvincono qualsiasi lettore, che ne può ritrarre vantaggio e diletto. Ma la vita di S. Gerardo Majella, glorioso taumaturgo quasi a sorpresa, esercita un particolare incanto sul
biografo e sui lettori; esso irradia dallo stesso soggetto e lo scrittore ne ha quindi approfittato per comporre una biografia quanto mai suggestiva, perchè il tema è duttile alla sua arte e corrisponde al suo sentire.
Nello scorrere queste pagine agiografiche, si nota in chi le ha scritte una giusta comprensione dell'immortale biografato, il quale balza vivo da esse, aureolato di santità amabile ed entusiasmante anche perchè umana.
Questo Santo taumaturgo è quasi uno dei tanti raggi celesti che Gesù di tanto in tanto, proietta dal suo Cuore divino per illuminare di vivida luce celeste questa nostra povera umanità; moderna, ricca di conquiste scientifiche, ma avvilita di sconfitte morali e religiose, affinchè sollevi gli occhi verso il Cielo e non si abbarbichi soverchiamente alla terra. Fra tanti criminali lestofanti e libertini, che attualmente disonorano la società, conforta questo “raggio” celeste di eroiche virtù, il quale afferma con il suo splendore il trionfo di Dio sull'uomo razionalista o incredulo o brutale; esso è come un saggio della vittoria, che la grazia riporta sulla natura umana decaduta e del trionfo dello spirito sulla materia.
In S. Gerardo vibra possente quella vita, che Gesù venne a portar sulla terra alle genti di buona volontà e per la quale chi cammina, alla luce del Vangelo, diviene ricco di grazia, di verità, di amore e di purezza; diventa partecipe inoltre della vita divina e tempio vivo dello Spirito santo.
In realtà, ogni Santo è come un prisma che, illuminato da Dio e dalle sue virtù eroiche, ne rifrange le luci con indefiniti bagliori per attirare gli sguardi di chi ne considera la vera grandezza e si propone di emularlo con il celeste aiuto.
La meraviglia, che suscitano in noi i prodigi operati dal Taumaturgo di Muro, ma specialmente le sue virtù eroiche, è spiegabile per la nostra limitata scienza teologica e ascetica, ma soprattutto per la nostra poca fede. I miracoli operati dal Majella sono quasi connaturali alla sua santità; sono effetto della sua fede in Dio onnipotente e anche dei suoi innumeri meriti da lui conseguiti con la fedeltà all'azione divina in lui stesso. Dacchè il Signore non si lascia mai vincere in generosità, andava quasi a gara con lui per manifestare, con numerosi miracoli, la propria onnipotenza e i sorprendenti effetti della illimitata fiducia che il Santo aveva nella divina bontà. Dove c'è Dio, Egli opera secondo la propria natura. Se Iddio è in un Santo, in costui il Signore opera meraviglie degne di Lui e il Santo ha il solo merito di essere strumento adatto e adeguato alla sua divina azione. Quindi quanto più il Santo è umile, virtuoso e fedele alla grazia divina, tanto maggiormente sarà adatto a manifestare le meraviglie di Dio.
Possiamo quindi chiederci quale fosse l'azione di Dio in S. Gerardo e quali virtù essa abbia fatte fiorire in lui. Possiamo anche domandarci quale missione abbia dovuto svolgere il Majella per ispirazione del Signore sempre ammirabile nei suoi Santi. Mi sembra che il santo giovane Redentorista abbia avuto la bella e importante missione di essere modello specialmente in due virtù che sono le basi della vita cristiana: di essere esemplare nell'ubbidienza e nella
purità. L'obbedienza, che si oppone all'amore sregolato del proprio io, è specialmente la virtù indispensabile del religioso e la purezza è il fiore d'impareggiabile bellezza, che attira sull'anima innocente i compiacenti sguardi di Gesù sposo dei vergini. In effetto, S. Gerardo fu suscitato da Dio per insegnare specialmente ai giovani che l'ubbidienza è la via maestra della perfezione e della eterna salvezza e che la purezza, da lui praticata fino all'eroismo e per la
quale sofferse un indicibile martirio, è una virtù possibile, che rende angeli sulla terra e degni del Cielo coloro che la coltivano. L'ubbidienza costante e perfetta del Majella e la sua angelica purezza, tetragona a qualunque tentazione e inattaccabile al dente della calunnia, erano basate solidamente sulla sua profonda umiltà, per la quale diffidava di se stesso e confidava in Dio e nella materna protezione della Vergine.
Queste virtù, accompagnate da una serafica pietà, che confinava spesso con le più alte estasi, si svilupparono con la pratica di una eroica pazienza, mediante la quale S. Gerardo si proponeva d'imitare la mansuetudine del Rendentore, via, verità e vita. Amantissimo inoltre del sacrificio e dei patimenti, perchè abbracciati dal divin Maestro, dal presepio alla croce, il Majella lasciò che il divino Artista cesellasse quasi, con bulino del dolore, l'anima sua per farne un capolavoro della grazia.
Possa questa biografia di S. Gerardo essere letta specialmente da molti giovani, in modo da riuscir loro luce e spinta, alla santità. Questo risultato, che la grazia di Dio può conseguire in anime disposte al bene,
sarebbe il migliore e più ambito premio alla fatica del bi-grafo. Con questo fervido augurio, benedico di cuore il carissimo D. Pilla e i suoi affezionati lettori.
Isernia, 8 aprile 1957.
+ GIOVANNI LUCATO
Vescovo d'Isernia e Venafro.