Cammino di miracoli
Capitolo IX
Miracoli! Chi ci crede?! Oggi, siamo un po' tutti dei piccoli "San Tommaso". Ti è mai capitato di pensare che crediamo così poco alle manifestazioni di Dio, mentre invece siamo capacissimi di credere che una crema può farci sparire la cellulite o che un farmaco possa farci perdere "7 chili in 7 giorni"? Rivolgiamo la nostra attenzione e la nostra fiducia nella direzione sbagliata, ecco tutto! Immaginarsi, quindi, che scetticismo di fronte ai miracoli compiuti da san Gerardo... Eppure, è tutto vero, come vero è l'amore che il Padre ha rivelato all'umanità nel corso della Storia. Che dici? È il caso, forse, di lasciarti andare un po', come in quel "gioco della fiducia" che i tuoi animatori qualche volta ti hanno fatto fare? All'inizio, c'è timore, c'è dubbio, c'è perplessità, ma subito dopo scopri qualcosa di nuovo e di insolito, provi stupore... Si tratta di guardare le cose con occhi diversi: semplicemente, con gli occhi della fede. E dico "fede"!!! Non "ricerca di sensazionalismo". È la reazione opposta dello scetticismo, ma anch'essa non porta a niente di buono. Infatti, se un miracolo non ha come esito e conseguenza la conversione del cuore, resta fine a se stesso. A Dio non basta che tu pianga e ti commuova davanti ad una statuetta che piange: Lui da te vuole di più! Egli esige che tu scopra la Sua Presenza: e non solo in un evento miracoloso, ma anche e soprattutto nella tua vita! Ora tu sei un po' più predisposto a conoscere qualcuno dei miracoli di San Gerardo, anche perché lui ne semina tanti, sul suo cammino, di miracoli di carità. Lui si fida di Dio così pienamente! E si dispiace nel constatare quanto poco si fidano gli altri.
"Nei pressi di Corato, in provincia di Bari, s'imbatte in un contadino disperato e infuriato. - Brav'uomo, che cosa vi è accaduto? Il contadino, all'apparizione del frate restò un po' frastornato e poi risponde: - E non vedete? Queste maledette talpe mi rovinano tutto il seminato, divorando il grano sotterra. Non ce la facciamo a distruggerle. È una disperazione! Ci mandano in miseria! Ci faranno morire di fame! E Gerardo: - Ma perché, invece di arrabbiarvi e bestemmiare, non chiedete l'aiuto alla provvidenza di Dio? Adesso vi faccio vedere come è facile. E, così dicendo, afferra una pertica e con essa traccia sul campo un solenne segno di croce. Immediatamente, da ogni parte, dai rigonfiamenti del terreno, si vedono sbucare quelle bestiacce che dopo alcuni passi impazziti si rivoltano con le gambe in aria e crepano. Un'altra volta mentre attraversa il fiume Cervaro, gli giungono all'orecchio le orrende bestemmie di un carrettiere il cui carro affonda nel greto e i cavalli non riescono a disincagliare. Fratel Gerardo accorre: - Finiscila di bestemmiare! - Non vedi che guaio? Ci sto rimettendo carro e cavalli! - disse l'uomo. Gerardo prende un fazzoletto, lo da al carrettiere facendogli segno di asciugarsi il sudore e ponendogli una mano sulla spalla gli dice: - A tutto c'è rimedio con l'aiuto di Dio; basta che smetti di bestemmiare. Ora, ti aiuto io. E comincia a tirare le briglie. - Orsù creature di Dio, avanti nel nome della Santissima Trinità. Come per incanto, dietro quella mano benedicente, i cavalli tirano su il pesante carro. L'uomo è rimasto col fazzoletto in mano, senza parole. - Il fazzoletto te lo puoi tenere: ti servirà a tapparti la bocca quando ti viene di nuovo di bestemmiare. E ora va con Dio e la Madonna.
Una volta, aiuta degli operai a guadare un fiume minaccioso. - Fermati frate! Sarai travolto dalla corrente! - Quando si fa la carità non si passa alcun guaio - risponde. E poi al cavallo battendo la mano sul garrese: - Orsù cavalluccio mio bello: diamo gusto al nostro Dio! Può il Buon Dio non compiacersi di questo amore e di questa "spericolata fiducia"?" In seguito, Fratel Gerardo è mandato dal superiore a far da paciere presso un gentiluomo di Castelgrande (Potenza) che dopo l'uccisione del figlio non intende perdonare: è una inveterata "faida" paesana. Fratel Gerardo si incontra dapprima con il padre che, conquistato dalle parole infuocate del Santo, si lascia convincere e promette il perdono. Ma, al ritorno a casa la moglie, di fronte alle intenzioni del marito, esplode in una reazione furibonda: - Questo è il sangue di tuo figlio, guarda questi panni! Se hai il coraggio, calpestali, e poi va a far la pace, a perdonare... Così, il gentiluomo si rimangia la parola. Fratel Gerardo riesce a presentarsi in casa ed ad affrontare la signora incollerita che comincia a sfogarsi; fra lacrime e gesti disperati, gli racconta tutto il dramma, fino alla dichiarazione perentoria che mai potrebbero perdonare perché si tratta di sangue innocente che grida vendetta. - Sentite, dice Fratel Gerardo, sappiate che è Dio che mi manda a voi: se non volete riconciliarvi, aspettatevi il castigo di Dio. Anche l'anima di vostro figlio soffre in purgatorio per la vostra ostinazione. - È impossibile, è impossibile - risponde l'intera famiglia. - Il sangue innocente non si può calpestare, deve essere lavato col sangue... Allora Fratel Gerardo tira fuori dalla tonaca il crocifisso, si inginocchia, lo getta a terra, e rivolto a loro esclama: - Voi parlate di sangue innocente che non volete calpestare? Ebbene, dovete avere il coraggio di calpestare il sangue innocente di Gesù Cristo, che mentre lo versava sulla croce, perdonò ai suoi uccisori. Orsù, fatevi animo, mettete i piedi su questo crocifisso, non c'è altra via per andare a compiere la vostra vendetta! L'espressione ispirata e il gesto del Santo infrangono finalmente la barriera dell'odio. Le lacrime sgorgano ristoratrici dagli occhi incupiti dai loro rancori e dicono: - Sì, si faccia, si faccia la remissione e la pace !... 7/1 Ehi, amico, dimmi un po', cosa ne pensi adesso di questi miracoli? A me hanno fatto venire una gran voglia di cantare e lodar Dio... E poi... ho pensato a te. Tu di cosa avresti bisogno? Non avresti nulla da chiedere a S. Gerardo? Se vuoi, potremmo chiederglielo insieme... Anzi, mi viene un'idea: e se gli scrivessi una lettera a nome tuo?
LETTERA A FRATEL GERARDO
Carissimo, sono un giovane qualsiasi di questo mondo e sto leggendo qualcosa sulla tua vita. Vorrei dirti quasi "COMPLIMENTI ", ma forse ai santi queste cose non piacciono. Ma lasciami dire a modo mio: BRAVO, SEI FORTE!!! Ma ora che fai, ti riposi? Hai fatto del bene a tanti, sei arrivato sempre al punto giusto... Non te la sentiresti ora di fare qualcosa anche per me? Io sono qui a tergiversare e non riesco a decidermi: sono un pigro, un vigliacco... e poi, detto fra noi, mi vergogno a cambiar vita. Cosa diranno i miei, gli amici ! Immagino già i risolini e le battute. Ma tu hai cambiato il cuore di tanti. Hai annientato anche una faida... Se cambiassi anche un po' questo tuo amico che sono io, sarebbe proprio un bel MIRACOLO...da aggiungere qui!
Ecco, quindi qual è il miracolo più grande: CAMBIARE VITA! Trovare la forza e il coraggio di seguire Gesù, come hanno fatto i suoi discepoli e tanti uomini e donne in ogni tempo, a costo di essere criticati, derisi, non capiti dagli altri. San Gerardo lo ha trovato questo coraggio e si è lasciato tutto alle spalle. È come trovarsi di fronte a un temporale che sconquassa il cuore e da lì ripartire; è come uscire all'orizzonte di se stessi... Ieri sono uscito all'estremo orizzonte di me stesso là dove il cielo sembra toccarsi con il mare ed essi formano uh unico azzurro. Io, mare, guardai il cielo e ciò che prima sembrava ben vicino mi apparve distante lontano e irraggiungibile. - Dove sei? Dissi, quando finisce V orizzonte per incontrarti? - Mai, rispose. Il tuo azzurro è mio, il mio si riflette in te! Fu allora che compresi, sentendo l'abbraccio del cielo che tutto mi possedeva in un divino amplesso. Ieri sono uscito all'estremo orizzonte di me stesso e, sospeso fra cielo e mare, ho conosciuto Dio.
Conoscere Dio significa amarlo, e fare la Sua Volontà...