Credo in Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio
CAPITOLO V
79. Qual è la Buona Novella per l'uomo?
È l'annunzio di Gesù Cristo, «il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16), morto e risorto. Al tempo del re Erode e dell'imperatore Cesare Augusto, Dio ha adempiuto le promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza mandando «suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli» (Gal 4,4-5). (422-424)
80. Come si diffonde questa Buona Novella?
Fin dall'inizio i primi discepoli hanno avuto l'ardente desiderio di annunziare Gesù Cristo, allo scopo di condurre tutti alla fede in lui. Anche oggi, dall'amorosa conoscenza di Cristo nasce il desiderio di evangelizzare e catechizzare, cioè svelare nella sua persona l'intero disegno di Dio e mettere l'umanità in comunione con lui. (425-429)
«E IN GESÙ CRISTO, SUO UNICO FIGLIO, NOSTRO SIGNORE»
81. Che cosa significa il nome «Gesù»?
Dato dall'Angelo al momento dell'Annunciazione, il nome «Gesù» significa «Dio salva». Esso esprime la sua identità e la sua missione, «perché è lui che salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Pietro afferma che «non vi è sotto il cielo altro Nome dato agli uomini nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,12). (430-435, 452)
82. Perché Gesù è chiamato «Cristo»?
«Cristo» in greco, «Messia» in ebraico, significa «unto». Gesù è il Cristo perché è consacrato da Dio, unto dello Spirito Santo per la missione redentrice. È il Messia atteso da Israele, mandato nel mondo dal Padre. Gesù ha accettato il titolo di Messia precisandone tuttavia il senso: «Disceso dal cielo» (Gv 3,13), crocifisso e poi risuscitato, egli è il Servo Sofferente «che dà la sua vita in riscatto per molti» (Mt 20,28). Dal nome Cristo è venuto a noi il nome di cristiani. (436-440, 453)
83. In che senso Gesù è il «Figlio Unigenito di Dio»?
Egli lo è in senso unico e perfetto. Al momento del Battesimo e della Trasfigurazione, la voce del Padre designa Gesù come suo «Figlio prediletto». Presentando se stesso come il Figlio che
«conosce il Padre» (Mt 11,27), Gesù afferma la sua relazione unica ed eterna con Dio suo Padre. Egli è «il Figlio Unigenito» (1 Gv 4,9) di Dio, la seconda Persona della Trinità. È il centro della predicazione apostolica: gli Apostoli hanno visto «la sua gloria, come di Unigenito dal Padre» (Gv 1,14). (441-445, 454)
84. Che cosa significa il titolo «Signore»?
Nella Bibbia, questo titolo designa abitualmente Dio Sovrano. Gesù lo attribuisce a se stesso e rivela la sua sovranità divina mediante il suo potere sulla natura, sui demoni, sul peccato e sulla morte, soprattutto con la sua Risurrezione. Le prime confessioni cristiane proclamano che la potenza, l'onore e la gloria dovuti a Dio Padre sono propri anche di Gesù: Dio «gli ha dato il Nome che è al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,9). Egli è il Signore del mondo e della storia, il solo a cui l'uomo debba sottomettere interamente la propria libertà personale. (446-451, 455)
«GESÙ CRISTO FU CONCEPITO PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO, NACQUE DA MARIA VERGINE»
85. Perché il Figlio di Dio si è fatto uomo?
Il Figlio di Dio si è incarnato nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, per noi uomini e per la nostra salvezza, ossia: per riconciliare noi peccatori con Dio; per farci conoscere il suo amore infinito; per essere il nostro modello di santità; per farci «partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4). (456-460)
86. Che cosa significa la parola «Incarnazione»?
La Chiesa chiama «Incarnazione» il Mistero dell'ammirabile unione della natura divina e della natura umana nell'unica Persona divina del Verbo. Per realizzare la nostra salvezza, il Figlio di Dio si è fatto «carne» (Gv 1,14) diventando veramente uomo. La fede nell'Incarnazione è segno distintivo della fede cristiana. (461-463, 483)
87. In che modo Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo?
Gesù è inscindibilmente vero Dio e vero uomo, nell'unità della sua Persona divina. Egli, il Figlio di Dio, che è «generato, non creato, della stessa sostanza del Padre», si è fatto vero uomo, nostro fratello, senza con ciò cessare di essere Dio, nostro Signore. (464-467, 469)
88. Che cosa insegna a questo riguardo il Concilio di Calcedonia (anno 451)?
Il Concilio di Calcedonia insegna a confessare «un solo e medesimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità; vero Dio e vero uomo, composto di anima razionale e di corpo; consostanziale al Padre per la divinità, consostanziale a noi per l'umanità, "simile in tutto a noi, fuorché nel peccato" (Eb 4,15); generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità e, in questi ultimi tempi, per noi e per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo l'umanità». (467)
89. Come la Chiesa esprime il Mistero dell'Incarnazione?
Lo esprime affermando che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo, con due nature, la divina e l'umana, non confuse, ma unite nella Persona del Verbo. Pertanto, nell'umanità di Gesù, tutto - miracoli, sofferenza, morte - dev'essere attribuito alla sua Persona divina che agisce attraverso la natura umana assunta. (464-469, 479-481)
«O Figlio Unigenito e Verbo di Dio, tu che sei immortale, per la nostra salvezza ti sei degnato d'incarnarti nel seno della santa Madre di Dio e sempre Vergine Maria (...). Tu che sei Uno della Santa Trinità, glorificato con il Padre e lo Spirito Santo, salvaci!» (Liturgia Bizantina di san Giovanni Crisostomo).
90. Il Figlio di Dio fatto uomo aveva un'anima con una conoscenza umana?
Il Figlio di Dio ha assunto un corpo animato da un'anima razionale umana. Con la sua intelligenza umana Gesù ha appreso molte cose attraverso l'esperienza. Ma anche come uomo il Figlio di Dio aveva una conoscenza intima e immediata di Dio suo Padre. Penetrava ugualmente i pensieri segreti degli uomini e conosceva pienamente i disegni eterni che egli era venuto a rivelare. (470-474, 482)
91. Come si accordano le due volontà del Verbo incarnato?
Gesù ha una volontà divina e una volontà umana. Nella sua vita terrena, il Figlio di Dio ha umanamente voluto ciò che ha divinamente deciso con il Padre e lo Spirito Santo per la nostra salvezza. La volontà umana di Cristo segue, senza opposizione o riluttanza, la volontà divina, o, meglio, è ad essa sottoposta. (475, 482)
92. Cristo aveva un vero corpo umano?
Cristo ha assunto un vero corpo umano attraverso il quale Dio invisibile si è reso visibile. Per questa ragione Cristo può essere rappresentato e venerato nelle sante immagini.(476-477)
93. Che cosa rappresenta il Cuore di Gesù?
Gesù ci ha conosciuti e amati con un cuore umano. Il suo Cuore trafitto per la nostra salvezza è il simbolo di quell'infinito amore, col quale egli ama il Padre e ciascuno degli uomini. (478)
94. «Concepito per opera dello Spirito Santo...»: che cosa significa quest'espressione?
Significa che la Vergine Maria ha concepito il Figlio eterno nel suo grembo per opera dello Spirito Santo e senza la collaborazione di uomo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1,35), le ha detto l'Angelo nell'Annunciazione. (484-486)
95. «...Nato dalla Vergine Maria»: perché Maria è veramente la Madre di Dio?
Maria è veramente Madre di Dio perché è la madre di Gesù (Gv 2,1; 19,25). In effetti, colui che è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente suo Figlio, è il Figlio eterno di Dio Padre. È Dio egli stesso. (495, 509)
96. Che cosa significa «Immacolata Concezione»?
Dio ha scelto gratuitamente Maria da tutta l'eternità perché fosse la Madre di suo Figlio: per compiere tale missione, è stata concepita immacolata. Questo significa che, per la grazia di Dio e in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento. (487-492, 508)
97. Come collabora Maria al disegno divino della salvezza?
Per la grazia di Dio Maria è rimasta immune da ogni peccato personale durante l'intera sua esistenza. È la «piena di grazia» (Lc 1,28), la «Tutta Santa». Quando l'Angelo le annuncia che avrebbe dato alla luce «il Figlio dell'Altissimo» (Lc 1,32), ella dà liberamente il proprio assenso con
«l'obbedienza della fede» (Rm 1,5). Maria si offre totalmente alla Persona e all'opera del suo Figlio Gesù, abbracciando con tutta l'anima la volontà divina di salvezza. (493-494, 508-511)
98. Che cosa significa la concezione verginale di Gesù?
Significa che Gesù è stato concepito nel grembo della Vergine per la sola potenza dello Spirito Santo, senza intervento dell'uomo. Egli è Figlio del Padre celeste secondo la natura divina e Figlio di Maria secondo la natura umana, ma propriamente Figlio di Dio nelle due nature, essendoci in lui una sola Persona, quella divina. (496-498, 503)
99. In che senso Maria è «sempre Vergine»?
Nel senso che ella è «rimasta Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua» (sant'Agostino). Pertanto, quando i Vangeli parlano di
«fratelli e sorelle di Gesù», si tratta di parenti prossimi di Gesù, secondo un'espressione adoperata nella Sacra Scrittura. (499-507, 510-511)
100. In che modo la maternità spirituale di Maria è universale?
Maria ha un unico Figlio, Gesù, ma in lui la sua maternità spirituale si estende a tutti gli uomini che egli è venuto a salvare. Obbediente al fianco del nuovo Adamo, Gesù Cristo, la Vergine è la nuova Eva, la vera madre dei viventi, che coopera con amore di madre alla loro nascita e alla loro formazione nell'ordine della grazia. Vergine e Madre, Maria è la figura della Chiesa, la sua più perfetta realizzazione. (501-507, 511)
101. In che senso tutta la vita di Cristo è Mistero?
Tutta la vita di Cristo è evento di rivelazione. Ciò che è visibile nella vita terrena di Gesù conduce al suo Mistero invisibile, soprattutto al Mistero della sua filiazione divina: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,9). Inoltre, anche se la salvezza viene compiutamente dalla Croce e dalla Risurrezione, la vita intera di Cristo è Mistero di salvezza, perché tutto ciò che Gesù ha fatto, detto e sofferto aveva come scopo di salvare l'uomo decaduto e di ristabilirlo nella sua vocazione di figlio di Dio. (512-521, 561-562)
102. Quali sono state le preparazioni ai Misteri di Gesù?
Vi è anzitutto una lunga speranza durata per molti secoli, che noi riviviamo durante la celebrazione liturgica del tempo dell'Avvento. Oltre all'oscura attesa che ha posto nel cuore dei pagani, Dio ha preparato la venuta del suo Figlio tramite l'Antica Alleanza, fino a Giovanni Battista che è l'ultimo e il più grande dei profeti. (522-524)
103. Che cosa insegna il Vangelo sui Misteri della nascita e dell'infanzia di Gesù?
A Natale, la gloria del Cielo si manifesta nella debolezza di un bambino; la circoncisione di Gesù è segno della sua appartenenza al popolo ebraico e prefigurazione del nostro Battesimo; l'Epifania è la manifestazione del Re-Messia d'Israele a tutte le genti; nella sua presentazione al tempio, in Simeone e Anna è tutta l'attesa di Israele che viene all'incontro con il suo Salvatore; la fuga in Egitto e la strage degli innocenti annunciano che l'intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione; il suo ritorno dall'Egitto ricorda l'Esodo e presenta Gesù come il nuovo Mosè: è lui il vero e definitivo liberatore. (525-530, 563-564)
104. Quale insegnamento ci offre la vita nascosta di Gesù a Nazaret?
Durante la vita nascosta a Nazaret Gesù rimane nel silenzio di una esistenza ordinaria. Ci permette così di essere in comunione con lui nella santità di una vita quotidiana intessuta di preghiera, di semplicità, di lavoro, di amore familiare. La sua sottomissione a Maria e a Giuseppe, suo padre putativo, è un'immagine della sua obbedienza filiale al Padre. Maria e Giuseppe, con la loro fede, accolgono il Mistero di Gesù, pur non comprendendolo sempre. (533-534, 564)
105. Perché Gesù riceve da Giovanni il «battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (Lc 3,3)?
Per dare inizio alla sua vita pubblica e anticipare il «Battesimo» della sua morte: accetta così, pur essendo senza peccato, di essere annoverato tra i peccatori, lui, «l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29). Il Padre lo proclama suo «Figlio prediletto» (Mt 3,17) e lo Spirito discende su di lui. Il Battesimo di Gesù è la prefigurazione del nostro Battesimo. (535-537, 565)
106. Che cosa rivelano le tentazioni di Gesù nel deserto?
Le tentazioni di Gesù nel deserto ricapitolano quella di Adamo nel paradiso e quelle d'Israele nel deserto. Satana tenta Gesù nella sua obbedienza alla missione affidatagli dal Padre. Cristo, nuovo Adamo, resiste e la sua vittoria annuncia quella della sua passione, suprema obbedienza del suo amore filiale. La Chiesa si unisce a questo Mistero in particolare nel tempo liturgico della Quaresima. (538-540, 566)
107. Chi è invitato a far parte del Regno di Dio, annunciato e realizzato da Gesù?
Gesù invita a far parte del Regno di Dio tutti gli uomini. Anche il peggior peccatore è chiamato a convertirsi e ad accettare l'infinita misericordia del Padre. Il Regno appartiene, già qui sulla terra, a coloro che lo accolgono con cuore umile. È ad essi che sono rivelati i suoi Misteri. (541-546, 567)
108. Perché Gesù manifesta il Regno attraverso segni e miracoli?
Gesù accompagna la sua parola con segni e miracoli per attestare che il Regno è presente in lui, il Messia. Sebbene egli guarisca alcune persone, non è venuto per eliminare tutti i mali quaggiù, ma per liberarci anzitutto dalla schiavitù del peccato. La cacciata dei demoni annuncia che la sua Croce sarà vittoriosa sul «principe di questo mondo» (Gv 12,31). (547-550, 567)
109. Nel Regno, quale autorità Gesù conferisce ai suoi Apostoli?
Gesù sceglie i Dodici, futuri testimoni della sua Risurrezione, e li fa partecipi della sua missione e della sua autorità per insegnare, assolvere dai peccati, edificare e governare la Chiesa. In questo Collegio Pietro riceve «le chiavi del Regno» (Mt 16,19) e occupa il primo posto, con la missione di custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli. (551-553, 567)
110. Quale significato ha la Trasfigurazione?
Nella Trasfigurazione appare anzitutto la Trinità: «Il Padre nella voce, il Figlio nell'uomo, lo Spirito nella nube brillante» (san Tommaso d'Aquino). Evocando con Mosè ed Elia la sua «dipartita» (Lc 9,31), Gesù mostra che la sua gloria passa attraverso la Croce e dà un anticipo della sua risurrezione e della sua gloriosa venuta, «che trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil 3,21). (554-556, 568)
«Tu ti sei trasfigurato sul monte e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno contemplato la tua Gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua Passione era volontaria e annunziassero al mondo che tu sei veramente l'irradiazione del Padre» (Liturgia Bizantina).
111. Come avviene l'entrata messianica a Gerusalemme?
Nel tempo stabilito Gesù decide di salire a Gerusalemme per soffrire la sua passione, morire e risuscitare. Come Re Messia che manifesta la venuta del Regno, egli entra nella sua città sul dorso di un asino. È accolto dai piccoli, la cui acclamazione è ripresa nel Sanctus eucaristico: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna (salvaci)» (Mt 21,9). La liturgia della Chiesa dà inizio alla Settimana Santa con la celebrazione di questa entrata a Gerusalemme. (557-560, 569- 570)
«GESÙ CRISTO PATÌ SOTTO PONZIO PILATO, FU CROCIFISSO, MORÌ E FU SEPOLTO»
112. Qual è l'importanza del Mistero pasquale di Gesù?
Il Mistero pasquale di Gesù, che comprende la sua passione, morte, risurrezione e glorificazione, è al centro della fede cristiana, perché il disegno salvifico di Dio si è compiuto una volta per tutte con la morte redentrice del suo Figlio, Gesù Cristo. (571-573)
113. Con quali accuse Gesù è stato condannato?
Alcuni capi d'Israele accusarono Gesù di agire contro la Legge, contro il tempio di Gerusalemme, e in particolare contro la fede nel Dio unico, perché Egli si proclamava Figlio di Dio. Per questo lo consegnarono a Pilato, perché lo condannasse a morte. (574-576)
114. Come si è comportato Gesù verso la Legge di Israele?
Gesù non ha abolito la Legge data da Dio a Mosè sul Sinai, ma l'ha portata a compimento dandone l'interpretazione definitiva. È il Legislatore divino che esegue integralmente questa Legge. Inoltre egli, il Servo fedele, offre con la sua morte espiatrice il solo sacrificio capace di redimere tutte «le colpe commesse dagli uomini sotto la prima Alleanza» (Eb 9,15). (577-582, 592)
115. Quale fu l'atteggiamento di Gesù verso il tempio di Gerusalemme?
Gesù è stato accusato di ostilità nei confronti del Tempio. Eppure l'ha venerato come «la dimora di suo Padre» (Gv 2,16) e lì ha dettato una parte importante del suo insegnamento. Ma ne ha anche predetto la distruzione, in relazione con la propria morte, e si è presentato lui stesso come la dimora definitiva di Dio in mezzo agli uomini. (583-586, 593)
116. Gesù ha contraddetto la fede d'Israele nel Dio unico e salvatore?
Gesù non ha mai contraddetto la fede in un Dio unico, neppure quando compiva l'opera divina per eccellenza che adempiva le promesse messianiche e lo rivelava uguale a Dio: il perdono dei peccati. La richiesta di Gesù di credere in lui e di convertirsi permette di capire la tragica incomprensione del Sinedrio che ha stimato Gesù meritevole di morte perché bestemmiatore. (587-591, 594)
117. Chi è responsabile della morte di Gesù?
La passione e la morte di Gesù non possono essere imputate indistintamente né a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli altri Ebrei venuti dopo nel tempo e nello spazio. Ogni singolo peccatore, cioè ogni uomo, è realmente causa e strumento delle sofferenze del Redentore, e più gravemente colpevoli sono coloro, soprattutto se cristiani, che più spesso ricadono nel peccato o si dilettano nei vizi. (595-598)
118. Perché la morte di Cristo fa parte del disegno di Dio?
Per riconciliare con sé tutti gli uomini votati alla morte a causa del peccato, Dio ha preso l'iniziativa amorevole di mandare suo Figlio perché si consegnasse alla morte per i peccatori. Annunciata
nell'Antico Testamento, in particolare come sacrificio del Servo sofferente, la morte di Gesù avvenne «secondo le Scritture». (599-605, 619)
119. In quale modo Cristo ha offerto se stesso al Padre?
Tutta la vita di Cristo è libera offerta al Padre per compiere il suo disegno di salvezza. Egli dà «la sua vita in riscatto per molti» (Mc 10,45) e in tal modo riconcilia con Dio tutta l'umanità. La sua sofferenza e la sua morte manifestano come la sua umanità sia lo strumento libero e perfetto dell'Amore divino che vuole la salvezza di tutti gli uomini. (606-609, 620)
120. Come si esprime nell'ultima Cena l'offerta di Gesù?
Nell'ultima Cena con gli Apostoli alla vigilia della Passione Gesù anticipa, cioè significa e realizza in anticipo l'offerta volontaria di se stesso: «Questo è il mio corpo che è dato per voi» (Lc 22,19),
«questo è il mio sangue, che è versato...» (Mt 26,28). Egli istituisce così al tempo stesso l'Eucaristia come «memoriale» (1 Cor 11,25) del suo sacrificio, e i suoi Apostoli come sacerdoti della nuova Alleanza. (610-611, 621)
121. Che cosa avviene nell'agonia dell'orto del Getsemani?
Malgrado l'orrore che procura la morte nell'umanità tutta santa di colui che è l'«Autore della Vita» (At 3,15), la volontà umana del Figlio di Dio aderisce alla volontà del Padre: per salvarci, Gesù accetta di portare i nostri peccati nel suo corpo «facendosi ubbidiente fino alla morte» (Fil 2,8). (612)
122. Quali sono gli effetti del sacrificio di Cristo sulla Croce?
Gesù ha liberamente offerto la sua vita in sacrificio espiatorio, cioè ha riparato le nostre colpe con la piena obbedienza del suo amore fino alla morte. Questo «amore fino alla fine» (Gv 13,1) del Figlio di Dio riconcilia con il Padre tutta l'umanità. Il sacrificio pasquale di Cristo riscatta quindi gli uomini in modo unico, perfetto e definitivo, e apre loro la comunione con Dio. (613-617, 622-623)
123. Perché Gesù chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce?
Chiamando i suoi discepoli a «prendere la loro croce e a seguirlo» (Mt 16,24), Gesù vuole associare al suo sacrificio redentore quegli stessi che ne sono i primi beneficiari. (618)
124. In quali condizioni era il corpo di Cristo mentre si trovava nella tomba?
Cristo ha conosciuto una vera morte e una vera sepoltura. Ma la virtù divina ha preservato il suo corpo dalla corruzione. (624-630)
«GESÙ CRISTO DISCESE AGLI INFERI, RISUSCITÒ DAI MORTI IL TERZO GIORNO»
125. Che cosa sono «gli ìnferi», nei quali Gesù discese?
Gli «ìnferi» - diversi dall'inferno della dannazione - costituivano lo stato di tutti coloro, giusti e cattivi, che erano morti prima di Cristo. Con l'anima unita alla sua Persona divina Gesù ha raggiunto negli inferi i giusti che attendevano il loro Redentore per accedere infine alla visione di Dio. Dopo aver vinto, mediante la sua morte, la morte e il diavolo «che della morte ha il potere» (Eb 2,14), ha liberato i giusti in attesa del Redentore e ha aperto loro le porte del Cielo. (632-637)
126. Che posto occupa la Risurrezione di Cristo nella nostra fede?
La Risurrezione di Gesù è la verità culminante della nostra fede in Cristo e rappresenta, con la Croce, una parte essenziale del Mistero pasquale. (631, 638)
127. Quali «segni» attestano la Risurrezione di Gesù?
Oltre al segno essenziale costituito dalla tomba vuota, la Risurrezione di Gesù è attestata dalle donne che incontrarono per prime Gesù e l'annunciarono agli Apostoli. Gesù poi «apparve a Cefa (Pietro), e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta» (1 Cor15,5-6) e ad altri ancora. Gli Apostoli non hanno potuto inventare la risurrezione, poiché questa appariva loro impossibile: infatti Gesù li ha anche rimproverati per la loro incredulità. (639-644, 656-657)
128. Perché la Risurrezione è al tempo stesso un avvenimento trascendente?
Pur essendo un avvenimento storico, constatabile e attestato attraverso segni e testimonianze, la Risurrezione, in quanto entrata dell'umanità di Cristo nella gloria di Dio, trascende e supera la storia, come mistero della fede. Per questo motivo, Cristo risorto non si manifestò al mondo, ma ai suoi discepoli, rendendoli suoi testimoni davanti al popolo. (647, 656-657)
129. Qual è lo stato del corpo risorto di Gesù?
La Risurrezione di Cristo non è stata un ritorno alla vita terrena. Il suo corpo risuscitato è quello che è stato crocifisso e porta i segni della sua Passione, ma è ormai partecipe della vita divina con le proprietà di un corpo glorioso. Per questa ragione Gesù risorto è sovranamente libero di apparire ai suoi discepoli come e dove vuole e sotto aspetti diversi. (645-646)
130. In che modo la Risurrezione è opera della Santissima Trinità?
La Risurrezione di Cristo è un'opera trascendente di Dio. Le tre Persone agiscono insieme secondo ciò che è loro proprio: il Padre manifesta la sua potenza; il Figlio «riprende» la vita che ha liberamente offerto (Gv 10,17) riunendo la sua anima e il suo corpo, che lo Spirito vivifica e glorifica. (648-650)
131. Quali sono il senso e la portata salvifica della Risurrezione?
La Risurrezione è il culmine dell'Incarnazione. Essa conferma la divinità di Cristo, come pure tutto ciò che Egli ha fatto e insegnato, e realizza tutte le promesse divine in nostro favore. Inoltre, il Risorto, vincitore del peccato e della morte, è il principio della nostra giustificazione e della nostra Risurrezione: fin d'ora ci procura la grazia dell'adozione filiale, che è reale partecipazione alla sua vita di Figlio unigenito; poi, alla fine dei tempi, egli risusciterà il nostro corpo. (651-655, 658)
«GESÙ SALÌ AL CIELO, SIEDE ALLA DESTRA DEL PADRE ONNIPOTENTE»
132. Che cosa rappresenta l'Ascensione?
Dopo quaranta giorni da quando si era mostrato agli Apostoli sotto i tratti di un'umanità ordinaria, che velavano la sua gloria di Risorto, Cristo sale al cielo e siede alla destra del Padre. Egli è il Signore che regna ormai con la sua umanità nella gloria eterna di Figlio di Dio e intercede incessantemente in nostro favore presso il Padre. Ci manda il suo Spirito e ci dà la speranza di raggiungerlo un giorno, avendoci preparato un posto. (659-667)
«DI LÀ VERRÀ A GIUDICARE I VIVI E I MORTI»
133. Come regna ora il Signore Gesù?
Signore del cosmo e della storia, Capo della sua Chiesa, Cristo glorificato permane misteriosamente sulla terra, dove il suo regno è già presente come germe e inizio nella Chiesa. Un giorno ritornerà glorioso, ma non ne conosciamo il tempo. Per questo viviamo nella vigilanza, pregando: «Vieni, Signore» (Ap 22,20). (668-674, 680)
134. Come si realizzerà la venuta del Signore nella gloria?
Dopo l'ultimo sconvolgimento cosmico di questo mondo che passa, la venuta gloriosa di Cristo avverrà con il trionfo definitivo di Dio nella Parusia e con l'ultimo Giudizio. Si compirà così il Regno di Dio. (675-677, 680)
135. Come Cristo giudicherà i vivi e i morti?
Cristo giudicherà con il potere che ha acquisito come Redentore del mondo, venuto a salvare gli uomini. I segreti dei cuori saranno svelati, come pure la condotta di ciascuno verso Dio e verso il prossimo. Ogni uomo sarà colmato di vita o dannato per l'eternità a seconda delle sue opere. Così si realizzerà «la pienezza di Cristo» (Ef 4,13), nella quale «Dio sarà tutto in tutti» (1 Cor 15,28). (678- 679, 681-682)