3 Gennaro
SAN GORDIO MARTIRE
La vita di san Gordio martire segna un punto assai luminoso nella ecclesiastica istoria, sia per li rapporti, che ha col suo secolo, sia per la particolarità e le circostanze del suo illustre martirio. Benchè scarse notizie siano a noi pervenute intorno a questo invitto eroe della fede, pure nel greco martirologio (1), e nel romano martirologio se ne fa onorata memoria (2). Ma noi dobbiamo a san Basilio Magno (3) la breve narrazione delle di lui gesta espresse energicamente nella orazione panegirica, che compose il dì di sua festiva ricorrenza, e quindi tolsero tutti gli storici quanto raccontano di san Gordio (4). Da sì chiaro fonte dedurremo ancor noi quello che ne possiamo sapere, a spirituale instruzione ed edificazione del cristiano leggitore, unico fine, a cui è diretta quest'opera. San Gordio nacque in Cesarea di Cappadocia dopo la metà del terzo secolo (5) dotato dalla natura di quelle rare proprietà interne ed esterne, che rapiscono l'altrui ammirazione, e di cui fa tanta stima il mondo, come sono la beltà, e la robustezza dell'animo, e del corpo, Ma la grazia superiore alla natura si mostrò ancor più generosa nell' ornarlo de' doni suoi, e queste virtù invisibili all'occhio carnale formano il vero pregio dell'uomo cristiano. Nello sviluppo pertanto de'suoi giorni, e delle sue facoltà non tardò a secondare il genio, e la sua inclinazione per la milizia, dove appunto l' ordinava una celeste disposizione, non solamente affinchè tra i pericoli delle armi splendesse la evangelica virtù, ma affinchè si preparasse a più nobili combattimenti e corone.
Il suo valore, e la sua prodezza gran fama gli acquistarono,per cui venne promosso al grado di centurione, che san Basilio chiama insigne e che oggidì corrisponderebbe a capitano (1). Mentre in questo suo innalzamento dava sempre maggiori prove di valoroso sapere, la sua virtù si preparava a più elevati, e gloriosi esperimenti. Così ben si conobbe come la grazia una, e moltiplice si acconcia mirabilmente a tutte le condizioni, a tutti gli ordini sociali, i n guisa che può veramente l'uomo congiungere il più interessante pensiero di sua eterna salute alle cure di ogni professione civile, e militare. Diocleziano, e Massimiano aveano di que' tempi suscitata atrocissima persecuzione contro la chiesa, che quale navicella ondeggiava ludibrio dei flutti irati e procellosi della tirannia, dell' eresia, e di tutti i vizi, che allora si manifestano a visiera calata, quando l'autorità de'principi li fomenta e protegge. Niun. rispetto a' vecchi, ninna misericordia a' fanciulli; le matrone erano strascinate per le pubbliche vie, le sostanze delle famiglie cristiane messe a ruba, a sacco. Chiusi i tempi, distrutti gli altari, innalzati nel foro idoli affinchèé si adorassero.
Quanto è doloroso in rammentar questi gravissimi eccessi di quella persecuzione! Inorridì Gordio e fremè altamente nel suo spirito alla vista dl i sì crudel guerra mossa contro i figli di Dio, e comprese di esser giunto il momento di abbandonar quelle armi, che tinte di cristiano sangue avean perduto ogni luce di onestà, e di virtù, divenute non più sostegno e difesa della religione,' della patria, e dell'ordine pubblico, ma iniqui strumenti d infernali passioni, e di tutti i più enormi delitti. Gettò a terra l’elmo, e la lorica peso ormai abborrito, spense nel cuore ogni speranza di temporali vantaggi, fuggì , si nascose. Fervido, e devoto anacoreta errò nelle selve in compagnia di fiere, negli antri oscuri d'inospiti montarne visse unicamente applicato al digiuno, alle penitenze, alla orazione, per disporsi all'atto magnanimo, che meditava in suo cuore. Nelle vaste solitudini ritrovò quella pace, che era sbandita dalla città, e infiammato di angelici ardori siccome il Precursore di Cristo ne' deserti di Giudea, o come Elia che fuggendo la idolatria che infettava Sidonia, si nascose nella spelonca di Choreb, sospirava quel giorno, in cui avrebbe potuto testimoniar pubblicamente la sua fede, e sigillarla con generosa morte. Ma avvegnaché il martirio sia una grazia singolarissima, che non a tutti Iddio concede, e che esige una perfetta carità e fortezza, perciò nel vivo esercizio delle cristiane virtù supplicava Gordio affinché gli fosse concesso l’onore, e la sorte felice di patir, e morire per Gesù Cristo, tanto più che senza una particolare inspirazione dello Spirito Santo non è lecito esporsi volontariamente alla morte.
Intanto i tiranni aveano dato ordine d'inquisire, e dli accusare chiunque ricusasse di adorare gli idoli. Già ang·uste erano le carceri, deserte le case opulente, le solitudini ripiene di esuli, di fuggitivi. L’orribile apparato di diversi generi di morte funestava le piazze, le contrade, desolava le città. rendeva anche più tremendo lo spettacolo l’audacia degli idolatri, che menavano feste e trionfi nel tempo istesso, che faceano scorrere ruscelli di sangue. Era appunto nel dì che celebravansi magnifiche solennità in onore di Marte, quando Gordio ritornò coraggioso in Cesarea. Il popolo stoltamente adunato, e intento a' certami equestri, alcun tra i cristiani ribelli alla propria religione, e tutta la scena de' marziali ludi offrì al suo spirito lagrimevole teatro di commiserazione per la cecità della pagana superst1zione, e di zelo per l’evangelio conculcato, e deriso. Si presenta intrepido nello stadio e alla presenza di tutti fortemente. grida: « Eccomi, io sono stato ritrovato da coloro che non mi cercavano; sono comparso alla presenza di quelli, che non mi interrogavano » (1). A questa voce l'attenzion generale si rivolse a Gordio, e tutti celebre, e famoso nella gloria del campo, or tutto cangiato offrirsi a così rischioso cimento. Il crine rabbuffato, e scomposto, l'ispida e folta barba ondeggiante sul petto, la squallida e smunta guancia, le vesti logore, l' aspetto quasi di selvaggio, tutto presentava agli atterriti riguardanti una vista più interessante e curio sa delle corse, e de' giochi medesimi. Onde fatto silenzio l'ascoltavano declamare con
'Veemenza, e robustezza apostolica contro coteste gentilesche festività, contro l'idolatria, e contro i vizi de' grandi , e della plebe. Affermava sè essere cristiano, e servo di quel Dio, che solo è Dio creatore del cielo e della terra; i Dei delle genti essere sassi favolosi senza vita, esser demoni; doversi detestare ogni altro culto fuorchè quello dal vangelo prescritto. A tali eloquentissime parole si destò un gran tumulto nell'assemblea. I pagani chiedeano la morte e mio aiuto; e siccome so, che voi siete il più crudele degli uomini, così ho scelto questo giorno come il più propizio a soddisfare il mio desiderio, - Arse di furore il tiranno a sì animose risposte, e ordinò a’ littori che immediatamente si preparassero i flagelli, la ruota, l’eculeo, le bestie, il fuoco, la spada, e ogni altro genere di strumenti di morte, avvisandosi di spaventarlo, per farlo desistere dal suo proponimento. Ma l’invincibile eroe più contento, e lieto, quanto più erano i tormenti, e le morti a cui lo chiamava la cristiana professione, niente atterrito alle acerbe minacce, alzati al cielo gli occhi in cui vedeansi i raggi della ferma fiducia in Dio pronunciò devotamente il salmo del reale profeta: <>. E con queste, e con altre simili orazioni che essendo dettate dallo Spirito Santo hanno una possente virtù da render l’uomo superiore a qualunque affanno o pena, si disponeva alle solenni prove del cristiano eroismo; era tale il desiderio di patire, che rivolto a’ carnefici ad esempio di S. Ignazio martire che istigava i leoni a divorarlo più ferocemente, gli esortava ad esser più solleciti, e crudeli.
Perché, dicea loro, perché indugiate? Perché vi mostrate tanto deboli? Straziate il corpo, slombate le membra, tormentatemi quando volete; ma non mi togliete la beata speranza, che ho di abbracciare il mio Dio. Quanto maggior dolore mi accrescerete, altrettanto premio mi procurerete. Questo è un cambio, questo è un contratto che fa Dio con noi; per le contusioni, e le ferite, che appariscono ora nel mio corpo, sarò nella risurrezione ricoperto di splendida veste; per gli oltraggi e le ignominie conseguirò palme, e corone; per li vincoli, e le prigioni il paradiso. L’esser condannato co’ malfattori mi farà vivere nella beata eredità cogli angeli, e queste vostre minacce, questi tormenti sono semi divini donde mieterò l’immortalità, ed un eterno godimento>>. Il preside adoperò le promesse ancora lusingandolo di un ridente avvenire, se negava la fede di Cristo. Ma i primi onori militari, il favore de’ Cesari, le ricchezze, i piace e tutta la seducente prospettiva di questo mondo, di cui potea godere lungamente come ché ancor giovane, assai minore influenza ebbero sul cuor di Gordio di quella, che fecero le minacce. Onde rimanendo inflessibili alle comminazioni, e alle promesse ne fu pronunciata l’estrema sentenza d morte. Mentre si conduceva al luogo del martirio accorse tutta la città per esserne spettatrice. Altri lo esortavano con calde lagrime a negar Gesù Cristo per sottrarsi a sì tormentose pene, altri dicengli: negalo almeno colle parole, servando nell’animo internamente la fede. A cotesti iniqui consigli oppose Gordo la medesima costanza colla, quale deluse il . furore, e il lenocinio del tiranno, onde incamminavasi lietemente al supplizio; vedendo che alcuni piangevano, ripetè le parole del Redentore: « Non vogliate piangere per me (1); piangete piuttosto la cecità e la disgrazia de' nemici di Dio; cessate di affliggere il mio cuore (2). Io sono preparato a morire non una sola volta, ma mille se 1osse possibile pel me di Gesù Cristo » E a chi lo consigliava a rinnegar la fede col solo labbro, e non col cuore rispose: la lingua esser creata anch’essa da Dio, né poter dunque far ingiuria al suo creatore, poiché col cuore crediamo a giustizia, e colla bocca si confessa a salute (3). Il Centurione sul Calvario confessò la divinità di Cristo avanti a’ giudici di lui nemici (4); un altro Centurione riconobbe pubblicamente il divino poter di Gesù Cristo, che ne lodò ampiamente la fede (5). E Cornelio anch’egli Centurione (6) meritò la visita degli Angeli, e divenne intrepido discepolo del Redentore.
Di questi io voglio essere imitatore. Proferire queste, ed altre simili sentenze esposte da san Basilio colla vivacità della greca eloquenza, il glorioso campione di Gesù Cristo si accostò con sereno volto al luogo destinato, con animo tranquillo, e munitosi con segno della croce offerse vogliosamente il capo al crudo ferro, e riportò immortale trionfo. Tutti i cristiani troveranno virtù da imitare in san Gordio, ma i militari specialmente vorremmo, che la vita di sì illustre eroe si proponessero per esempio; onde comprendessero, come anche tra il fragore dell’armi può vivere un’anima sinceramente cristiana. Invece di apprendere i romanzeschi amori, e la dissolutezza sappiano che Dio si chiama nelle scritture il Dio degli eserciti, poiché per lui governano i tre, e ogni potere da lui emana. Si rammentino che militano sotto le bandiere dell’onnipotente, si guardino di provocarne la tremenda giustizia colle iniquità; ma adempiscano come san Gordio i loro doveri, e siano fedeli a’ divini comandamenti, e coll’esempio insegnino ad altrui la virtù, essendoci tutt’i rappresentanti della giustizia hanno per prima l’obbligo l’onor di Dio, e la difesa della religione.